I PORTALI DI MARIO TOFFETTI/7 – SANTUARIO DI GUANZATE

Nel 1997 viene commissionato a Mario Toffetti il portale del bel santuario della Madonna del Latte di Guanzate (Como), costruito nel 1661, attorno a una cappella dov’era conservato fin dal 1497 un affresco della Madonna che allatta il figlio Gesù. Venne poi dotato di un lungo viale di accesso, iniziato nel 1674, e tutto il complesso fu dedicato all’Immacolata Concezione di Maria (ben prima della proclamazione del dogma da parte di Pio IX nel 1854).  

Il portale è stato finanziato da alcune famiglie guanzatesi, per festeggiare il cinquecentenario dell’affresco della Madonna del Latte conservato appunto in santuario. Rappresenta la Storia dei Pastori della Chiesa Ambrosiana (ne sono raffigurati ben sette) ed è stato fuso in un unico pezzo, fa parte quindi del secondo periodo dell’arte scultorea del maestro Toffetti. 

Lo stile è estremamente efficace, con una raffigurazione in movimento, tracciata mediante un tocco nervoso e profondamente spirituale. 

Il racconto si svolge su ambo i battenti in un un’unica soluzione. A destra ammiriamo la Madonna del Latte, seduta con il bimbo Gesù in braccio che succhia alla mammella, affiancata da sant’Ambrogio e san Carlo, i patroni della diocesi di Milano: il primo (a destra) porta la mitria e tiene in mano la frusta che indica la sua energica battaglia contro gli eretici; il secondo (a sinistra) porta in capo la classica berretta e tiene il pastorale. 

Nel battente di sinistra salgono verso Maria una serie di vescovi milanesi del XX secolo: Il card. Achille Ratti, divenuto poi papa Pio XI, un po’ nascosto; il beato card. Andrea Carlo Ferrari con le braccia allargate e il cappello rotondo sulla schiena; il card. Giovanni Battista Montini, poi san Paolo VI, con la mitria e le mani giunte in atteggiamento di preghiera; infine il card. Carlo Maria Martini che ha benedetto il portale il 13 settembre 1997, anch’egli con la mitria e il pastorale. Sotto la serie di vescovi, in posizione solitaria (per evidenziarlo) e all’interno di volute a cerchio, il beato card. Idelfonso Schuster, inginocchiato in profonda preghiera, con la mitria e il pastorale posati a parte. Nel 1935 celebrò nel santuario la chiusura del Giubileo straordinario indetto da papa Pio XI in occasione del 19° anniversario della morte di Gesù Cristo e dettò un’epigrafe a memoria dell’evento.

In alto, sui due battenti, cinque angeli che scendono dal cielo in volo e in preghiera, rivolti a Maria (tre nel battente sinistro, due in quello destro). 

Nella parte bassa del battente destro, un gruppo di persone in preghiera con le mani alzate, tra loro un bambino con fiori in mano, in primo piano un fedele inginocchiato: rappresentano Il popolo di Dio, i fedeli della diocesi di Milano.

Bellissime anche le due maniglie: in quella di sinistra Due persone in preghiera, in quella destra il Signore Gesù in croce che li protegge.  

GIORGIO ZUCCHELLI