PORTALI DI MARIO TOFFETTI/3 – CORTENUOVA DI MARTINENGO

Il secondo portale bronzeo di Mario Toffetti che vogliamo presentare ai nostri lettori è quello della chiesa di Sant’Alessandro di Cortenuova di Martinengo (nel pressi di Romano di Lombardia, a pochi chilometri da Crema), firmato e datato 1984. Dietro il battente sinistro, su una targa leggiamo infatti l’iscrizione: PASQUA 1984 / A RICORDO / DELL’ANNO SANTO / DELLA REDENZIONE / LA COMUNITA’ DI CORTENUOVA / E LA FAMIGLIA CASARI / IN MEMORIA DEL FIGLIO LUIGI / ALBERTI. DON EVASIO PARROCO.

Nel portale il nostro scultore ha raffigurato la Vita di Sant’Alessandro (del III secolo), con la presenza anche delle sante Fausta e Grata. Sant’Alessandro, patrono della città e della diocesi di Bergamo, nonché della stessa Cortenuova, era un soldato romano della Legione Tebea, decimata dall’imperatore alla ricerca di soldati cristiani. Pochi furono i superstiti, tra cui appunto Alessandro che ripara in Italia. Riconosciuto e incarcerato, rifiuta di abiurare. In carcere riceve la visita di san Fedele e del santo vescovo Materno che riesce a organizzargli la fuga. Alessandro ripara prima a Como, poi – passando l’Adda – a Bergamo, dove inizia a predicare e a convertire molti bergamaschi. Nuovamente catturato, viene pubblicamente decapitato il 26 agosto 303 nel luogo ove oggi sorge la chiesa di Sant’Alessandro in Colonna nella città orobica. 

Secondo la tradizione, santa Grata, alcuni giorni dopo l’esecuzione del soldato martire, ne avrebbe trovato le spoglie, lo avrebbe raccolto e fatto seppellire in un orto fuori della città. 

Il portale dedicato a sant’Alessandro è realizzato in otto pannelli: nei due in alto, a sinistra Sant’Alessandro sul cavallo che s’impenna, con la bandiera sulla quale è raffigurato un giglio; a destra Santa Fausta (sec. I) compatrona di Cortenuova, in piedi con la palma del martirio nella mano sinistra e tre chiodi nella destra, a ricordo che durante il suo supplizio venne trafitta con chiodi per tutto il corpo. Alla base dei due riquadri i nomi dei due santi.

Per il resto, la lettura della vicenda del soldato martire inizia dal basso del portale, a destra, con la scena in cui Sant’Alessandro risuscita un morto, a sinistra il Santo che attraversa l’Adda, in fuga verso Bergamo; più sopra a destra Alessandro getta via gli idoli (due statuette: un dio e un animaletto) davanti a chi gli chiede di abiurare; a sinistra Il vescovo Materno visita sant’Alessandro in prigione; più sopra a destra Il martirio del santo e a sinistra Santa Grata raccoglie il capo del martire. 

Caratteristica della composizione sono le figure inserite ciascuna in una sorta di un contorno a volute, salvo quella dell’incontro con il vescovo Materno dove ambedue i personaggi sono inseriti nello stesso spazio, a significare l’unione profonda tra i due. 

Realistico ed efficace, anche drammatico lo stile di Toffetti che anche in questo portale fa opera di catechesi. 

GIORGIO ZUCCHELLI