ASST CREMA – Nuovi percorsi integrati nell’ambito della Riabilitazione delle Dipendenze

I dottori Marzorati e La Piana con il direttore generale Pellegata

Volta pagina l’Unità operativa di Riabilitazione delle Dipendenze dell’Asst di Crema, la cui storica sede si trova presso l’ospedale Santa Marta di Rivolta d’Adda. Quello che sta muovendo i primi passi – in attesa di un pieno riconoscimento da parte della Regione – è un rinnovato e completo modello clinico, che punta alla massima integrazione con tutte le risorse attive nell’Asst cremasca. Convergenza di obiettivi, insomma, per far fronte ai bisogni del territorio nell’ambito delle dipendenze.

Le novità sono state presentate oggi in conferenza stampa presso la Direzione dell’Ospedale Maggiore di Crema. Accanto al direttore generale dottor Germano Pellegata e al direttore sociosanitario dottor Pier Mauro Sala, sono intervenuti il direttore del Dipartimento di Prevenzione e Scienze Riabilitative dottor Giuseppe La Piana, il direttore del Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze dottor Claudio Maffini, la dottoressa Angela Cominelli del Servizio Dipendenze Serd e il dottor Paolo Marzorati, nuovo responsabile della struttura di Riabilitazione delle Dipendenze di Rivolta d’Adda.

Va innanzi tutto rilevato che “l’Area Operativa Dipendenze dell’Asst di Crema offre un percorso clinico completo che include servizi di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione per persone con disturbo da uso di alcol e patologie alcol correlate, con disturbo da uso di cocaina e psicostimolanti, di oppiacei e di cannabis, con disturbo da gioco d’azzardo, con dipendenze complesse e disturbi mentali associati a uso di alcol e sostanze”.

Una proposta dunque articolata, dove il modello di cura è multiprofessionale e integrato. “In tale contesto – ha sottolineato il dottor Marzorati – abbiamo pensato a un ‘percorso’ completo, che va dalla disintossicazione alla riabilitazione, fino al reinserimento sociale. Il tutto in stretta collaborazione tra le varie Unità del settore, intervenendo con trattamenti pensati per livelli di gravità di malattia e di intensità di trattamento specialistico”.

Tenendo conto dell’esperienza di Rivolta d’Adda – portata avanti dal dottor Cerizza, ora in pensione – questi trattamenti comprendono ora vari step. “C’è il modulo territoriale – ha spiegato ancora Marzorati – che include ambulatori diurni per visite mediche e colloqui psicologici, oltre a gruppi psicoterapeutici e psicoeducativi, in stretta sinergia con il Serd. Poi c’è il modulo ospedaliero, che consiste in un trattamento riabilitativo specialistico ad alta intensità e con orientamento psico-educativo: fa riferimento al reparto di Riabilitazione Dipendenze di Rivolta, con 15 posti letto e 3 posti per attività ambulatoriale diurna complessa. Infine, il modulo residenziale: comprende un trattamento riabilitativo post-ricovero in appartamenti protetti, specificatamente dedicato a giovani (18-35 anni), con un’impronta fortemente educativa e il cui obiettivo è il pieno reinserimento socio-lavorativo”.

Nel percorso – sempre seguito da personale altamente specializzato e preparato – tutto avviene dentro un progetto condiviso, finalizzato a una disintossicazione medicalmente assistita e anche personalizzata dall’uso di sostanze e da altre dipendenze.

Per il dottor La Piana queste novità sono “un passo avanti fondamentale per operare con più realtà ospedaliere, così da rendere maggiormente efficace la risposta per chi necessita di lasciarsi alle spalle una dipendenza”. Un pensare e un agire comune, ha aggiunto il dottor Maffini, “per arginare i problemi generati dalle dipendenze, che tanti problemi causano ai singoli, alle famiglie e alla società”.

Il dottor Pellegata ha posto l’accento sulla bontà di questo modello collaborativo e integrato. E ha infine riferito che, dalla Regione, sono arrivati un milione e 400mila euro destinati all’adeguamento degli impianti tecnologici della struttura ospedaliera di Rivolta d’Adda.