COMUNITÀ PAPA GIOVANNI XXIII – Nascita al cielo di Maurizio Redondi

Santa Maria della Croce
Foto di repertorio

Certo per me, amico, è tempo di appendere la cetra
in contemplazione e silenzio: ora tutto è nuovo e antico
sempre uguale è la fonte della vita. (D. M. Turoldo)

Nel giorno in cui la Chiesa celebra la salita al cielo di Gesù, il Risorto, l’amico Mic è nato al cielo. Questa repentina partenza lascia un po’ tutti attoniti e stupiti, ma non increduli. Siamo certi che il Padre gli abbia spalancato le braccia e aperto le porte del Paradiso dove è atteso dai genitori e da tanti amici e amiche che lo hanno preceduto.
Maurizio è stato per tutti noi amico e maestro nella sequela del Vangelo. Il nostro cammino si intreccia al suo e lo ringraziamo per averci testimoniato il dono dell’amore gratuito e generativo. Ha fatto della sua professione un Santuario, vivendo con umiltà e spirito di servizio la responsabilità, cercando ogni giorno di far emergere nelle relazioni “ciò che unisce invece di ciò che divide”.
Ha fatto della sua quotidianità il luogo della santità ordinaria, vivendo con la medesima dedizione e passione l’incontro di un consiglio di amministrazione o il raccogliere le cartacce abbandonate dagli adolescenti nel “parchetto” dietro casa. Sempre avendo a cuore il “bene comune”.
Insieme ad una splendida Paola hanno aperto il cuore della loro famiglia a tante persone in difficoltà, che si sono sentite accolte ed amate, sostenendole spesso fattivamente. E di questo noi ne siamo testimoni, diretti! Come s. Giuseppe, ha vissuto la responsabilità “nell’ombra”: non ha mai messo se stesso al centro ma ha saputo decentrarsi, liberarsi dal possesso in tutti gli ambiti della vita nella logica dell’amore che è sempre una logica di libertà.
La sua malattia è stata un richiamo a viverci come popolo, come famiglia convocata dal Signore e resa una nella preghiera incessante. Questa intensa esperienza di comunione diventa per noi impegno e mandato a diventare dono gli uni per gli altri, segno di gratuità, artigiani di pace nelle piccole cose di ogni giorno.
Alla sera della vita saremo giudicati solo sull’amore. Il Signore non guarderà a me, ma attorno a me, a quelli di cui mi sono preso cura. E Mic porta con sé tanti sorrisi, che sono anche i nostri, a prova di una vita donata per la felicità di quanti ha incontrato.
Ci stringiamo a Paola, Simone, Valeria e le rispettive famiglie per averci resi partecipi di una speranza viva nel Cristo Risorto e di una comunione fattiva. Anche se gli affetti sono provati, non sono spezzati: non perderemo mai coloro che abbiamo amato in quel Signore che non può essere perduto. Maria, Madre della Consolazione, innalzi il nostro cuore ai desideri del cielo e ci doni pace”.

Primo, Franchina
e le sorelle e i fratelli
della Comunità Papa Giovanni XXIII