“Pronti ad ascoltare”, questo il tema della terza ed ultima serata degli esercizi spirituali guidata dal Vescovo Daniele in cattedrale questa sera alle ore 20.30, con numerosi fedeli collegati via streaming.
Si è partiti con la lettura di un brano della lettera di San Giacomo dove l’apostolo afferma appunto: “Ognuno sia pronto ad ascoltare, lento a parlare e lento all’ira.”
“L’ascolto attento richiede tempo – ha commentato il vescovo – la fretta non vi si addice. Eppure Giacomo parla di una velocità e di una prontezza nell’ascolto: c’è in lui la preoccupazione per un ascolto credente e praticante della Parola di Dio.
Chi non ascolta i fratelli – ha continuato – non può ascoltare Dio: e ascoltare Dio porta ad ascoltare i fratelli. Come l’amore: chi ama Dio ama il suo fratello.” E ha citato alcune righe di un libro di Bonhoeffer che mette proprio in relazione amore e ascolto di Dio e del prossimo.
Il primo passo dell’amore è dunque ascoltare il fratello. E mons. Gianotti si è chiesto se, dopo tante prediche e conferenze, sia in grado davvero di ascoltare. Affermando che la più grande esperienza di ascolto la vive nella confessione, sapendo di essere ascoltato e amato da Dio. Ma anche ascoltando gli altri: la confessione è spazio di ascolto che lascia sempre risuonare la parola del perdono di Dio.
È seguita la lettura dell’episodio del centurione nel Vangelo di Matteo, “dove – ha commentato il vescovo – Gesù insegna all’ascolto delle persone.” E ne ha spiegato lo stile. Di fronte alle domande del centurione il Signore risponde subito: “Vengo”. Ma un ebreo non poteva entrare nella casa di un pagano. Ci pensa il centurione che cortesemente gli dice di non venire, ma di guarire da lontano. Ascoltandolo Gesù, si meraviglia e dice di non aver trovato mai una fede simile in Israele. “Gesù impara da uno straniero che il Padre chiama alla fede anche i pagani, che possono addirittura avere un fede più forte. La Chiesa madre e maestra può imparare molto dal mondo. Non per camminare secondo il mondo (come di fatto c’è il rischio anche per la Chiesa di oggi) ma nella convinzione che ogni verità, da chiunque sia detta, viene dallo Spirito Santo che ci chiede di ascoltarlo ovunque Egli parli.”
È seguita – prima della conclusione – la lettura di un brano della Gaudium et Spes del Concilio, dove si invitano i cristiani ad “interpretare i linguaggi del nostro tempo è di saperli giudicare alla luce della parola di Dio.”