GIORNATA DEL MALATO – Messa del vescovo Daniele all’Ospedale Maggiore

Oggi, festa della Beata Vergine di Lourdes e Giornata Mondiale del Malato, il vescovo monsignor Daniele Gianotti ha celebrato, alle 15.30, la santa Messa nella cappella dell’Ospedale Maggiore di Crema, trasmessa nelle stanze di degenza e, per tutti, attraverso i mezzi di comunicazione della diocesi e del nostro giornale. Una Messa iniziata con i saluti ai ricoverati, a quanti lavorano nelle corsie ospedaliere, a tutti i malati e a chi in generale “si prende cura” con competenza e amore di chi soffre.

Diversi i fedeli presenti insieme ad alcuni medici e operatori sanitari, oltre al personale dell’Unitalsi e ai volontari dell’Associazione Ex Dipendenti dell’Ospedale. Sull’altare con il Vescovo i concelebranti don Alberto Guerini, don Matteo Ferri, don Giuseppe Dossena e don Simone Valerani, responsabile diocesano della Pastorale della Salute.

Nell’omelia, monsignor Gianotti ha richiamato il messaggio di papa Francesco per questa 29a Giornata Mondiale del Malato: “Uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli”. La relazione interpersonale di fiducia quale fondamento della cura olistica del malato.
Il senso fondamentale di questo titolo, ha esordito il vescovo Daniele, “è che per una buona terapia è decisivo – unitamente alle competenze mediche e infermieristiche e alle potenzialità della scienza – l’aspetto relazionale, in grado di tener conto di tutte le dimensioni della persona”. Va pertanto stabilito “un patto tra i bisognosi di cura e chi li cura”, fondato su quel rispetto “che sempre pone al centro la dignità del malato, quella degli operatori sanitari e pure il giusto rapporto con i familiari dei pazienti”.

Riflettendo poi sulle letture proclamate, monsignor Gianotti ha posto l’accento sulla comunione, “che è il dono che ci lega gli uni agli altri e con il Creato. Siamo fatti – ha sottolineato – per vivere nel legame vicendevole, spinti da un bisogno di comunione perché siamo stati creati per essere tutti fratelli”. La fraternità, dunque, “come dono grande”, ma anche “come compito affidato agli uomini e alle donne, perché Dio sempre ci coinvolge attivamente affinché con la fraternità sappiamo superare il muro di quelle divisioni che, purtroppo, spesso costruiamo”.

La pratica della farternità, ha concluso il Vescovo riprendendo ancora il messaggio del Papa, “è una via per la cura completa delle persone”: il curare favorisce le relazioni e la guarigione “è frutto di un incontro, come erano i miracoli di Gesù”. Nello stile della fraternità, “la società è più umana se sa prendersi cura dei più fragili e sofferenti”.

Al termine della celebrazione, dopo i ringraziamenti di don Alberto, è stata letta la preghiera preparata per la Giornata del Malato.