Misure ristrettissime in tutta Europa per la celebrazione della festa di Ognissanti e visite ai defunti nei cimiteri. Rituali possibilmente all’aperto, riduzione del numero di partecipanti, messaggi di sostegno al lutto in un tempo messo duramente alla prova dal Covid e incontri con le autorità civili del Paese per la messa a punto delle misure di contenimento. Così, le Chiese si stanno organizzando per le celebrazioni di questo fine settimana in un’Europa alle prese ovunque con una epidemia che si è abbattuta per la seconda volta e in modo violento e dove purtroppo si fanno i conti con i morti e il dolore della perdita. Le misure prese sono ovunque in ottemperanza alle indicazioni dei singoli governi.
In Svizzera, il 28 ottobre il Consiglio federale ha intrapreso ulteriori azioni per contrastare la rapida diffusione del coronavirus che sono entrate in vigore il 29 ottobre fino a nuovo avviso. I Cantoni restano tuttavia i primi responsabili delle misure e così – si legge in una nota diffusa dalla Conferenza episcopale svizzera – nel dominio specifico della Chiesa, le diocesi e le abbazie territoriali rimangono le prime responsabili. La Conferenza episcopale ha comunque emanato regole quadro per quanto concerne le celebrazioni liturgiche ed eventi della Chiesa. Rimangono invariati ovviamente l’obbligo di mascherina in tutta la Svizzera e in tutte le chiese e edifici ecclesiastici e l’osservanza delle altre misure di protezione come il distanziamento, l’igiene e il divieto di contatto. Si rafforzano però le disposizioni in materia di manifestazioni pubbliche (in cui rientrano le celebrazioni liturgiche, gli eventi ecclesiali e i funerali), con l’obbligo su tutto il territorio nazionale di non superare il numero di 50 persone nelle manifestazioni pubbliche di vario genere e quindi anche ecclesiastiche.
In Francia, il ministro dell’Interno francese Gerald Darmanin ha avuto nei giorni scorsi un incontro in video conferenza per presentare ai leader religiosi le misure decise dal governo per contenere l’epidemia. È stato confermato che i luoghi di culto rimarranno aperti questo fine settimana e che sarà consentito l’accesso ai cimiteri per la festa di Ognissanti. È stato però deciso che, da lunedì fino ad almeno alla fine di novembre, i luoghi di culto, anche se rimarranno aperti al pubblico, non potranno più ospitare cerimonie religiose (messe, funzioni, matrimoni, funerali) se non con un numero di persone estremamente ridotto.
Celebrazioni per la festa di Ognissanti e commemorazione dei defunti ristrettissime anche in Belgio dove – si legge in una nota diffusa dalla Conferenza episcopale – “la curva del Coronavirus sta tornando pericolosamente a salire nel nostro Paese a Bruxelles, Vallonia e Fiandre” e “il numero giornaliero di nuove infezioni da Covid-19, ricoveri ospedalieri, pazienti in terapia intensiva e decessi continuano ad aumentare”. “Commemoreremo il nostro amato defunto con una foto, una candela, un fiore o una preghiera”, si legge nella nota in cui si invitano i cattolici a ricordare i propri morti con una preghiera all’aperto o al cimitero, attraverso un simbolo, un rituale o un testo di preghiera. Il rafforzamento delle misure “purtroppo non consentirà servizi religiosi con una grande assemblea nel giorno di Ognissanti”. “I nostri morti sono sepolti nei nostri cuori e nell’amore di Dio”.
In Irlanda, i vescovi hanno rivolto proprio per il mese di novembre un messaggio ai cattolici del Paese. “Ora che vengono messe in atto misure più restrittive, incoraggiamo le persone a perseverare e a non perdersi d’animo”. Il pensiero va in particolare “a quelle famiglie in lutto che, a causa delle restrizioni, non sono state in grado quest’anno di sperimentare i consueti supporti spirituali e comunitari che fanno parte della nostra tradizione irlandese”. Il 1° novembre, alle 15, vescovi e sacerdoti irlandesi condurranno un breve servizio di preghiera in ricordo dei morti e coloro che desiderano partecipare sono invitati a sintonizzarsi sulla webcam della cattedrale o della parrocchia locale. Anche in Irlanda, come in Francia, 4 vescovi nei giorni scorsi sono stati ricevuti dal Taoiseach (premier) Micheál Martin al quale hanno parlato degli effetti che le attuali restrizioni del Covid-19 stanno avendo sulla salute e sul benessere delle comunità di fede e del “grande desiderio di tornare al culto il prima possibile”.