Aiutare persone e famiglie vulnerabili, ma anche piccoli imprenditori, ad avere accesso al microcredito, per iniziare percorsi di autonomia lavorativa ed economica. È questo lo scopo del nuovo accordo firmato ieri a Roma tra Caritas italiana, Banca Etica e la società di microcredito PerMicro. Uno strumento di inclusione finanziaria a disposizione di tutte le diocesi e Caritas diocesane, per stare accanto alle povertà non solo in maniera assistenziale, con la distribuzione di beni materiali e piccoli aiuti economici. Come dire, ricordando un vecchio adagio molto noto nel mondo della solidarietà: oltre a dare il pesce da mangiare, si offre la canna da pesca per imparare a pescare. Soprattutto andando incontro alle esigenze dei “non bancabili”, coloro che non hanno la possibilità di offrire garanzie per avere accesso al credito. Con un plafond iniziale di 5 milioni di euro – messo a disposizione da Banca Etica e PerMicro – l’accordo punta sulla microfinanza per realizzare interventi di educazione e inclusione finanziaria delle fasce più vulnerabili.
Saranno le stesse Caritas diocesane che aderiscono all’iniziativa a individuare i beneficiari, che potranno essere singole persone, famiglie o microimprenditori. Si tratta di piccoli finanziamenti alle persone fisiche per esigenze familiari (da 3.000 a 15.000 euro) e di finanziamenti alle iniziative di autoimpiego e alle microimprese (da 5.000 a 25.000 euro), fino a 72 mesi di durata. Sono previsti anche percorsi di formazione finanziaria di base per operatori e volontari Caritas, insieme all’accompagnamento dei beneficiari dei prestiti.
Un nuovo strumento
“Abbiamo firmato proprio adesso e non a caso – spiega al Sir Paolo Beccegato, vicedirettore di Caritas italiana –. Siamo in una fase storica molto delicata, con 6 milioni di nuclei familiari in sofferenza dal punto di vista finanziario, con il rischio di cadere nella rete dell’usura e del sovraindebitamento. Lo stesso per la piccola imprenditoria. I trend della pandemia sono altamente preoccupanti e questa situazione ci ha spinto a ragionare in maniera mirata, rinnovando una vecchia convenzione che era scaduta”. In futuro la collaborazione con Banca Etica sarà rafforzata anche per l’estero, con un programma di microcredito in 10 Paesi africani.
Come funziona?
Le diocesi italiane hanno la possibilità di costituire un “fondo di garanzia”, che permetterà di ampliare le risorse e la sfera dei beneficiari. “Se tante diocesi apriranno il fondo questo aumenterà notevolmente, altrimenti rimarranno 5 milioni di euro”, precisa Beccegato. Una volta che le somme vengono restituite altri potranno usufruirne. Nel caso le diocesi non fossero in grado di costituire un fondo come garanzia reale potranno offrire una sorta di “garanzia morale”. Ci saranno anche momenti formativi a livello regionale e diocesano.
Per contrastare le conseguenze della pandemia
Gli effetti sociali del lockdown e di una incerta ripresa ancora non si sono fatti sentire del tutto. I prossimi mesi potrebbero essere ancora più duri, se continueranno i licenziamenti. “Le persone sono sempre più in difficoltà – dice Beccegato -. Ci aspettiamo una situazione di grande bisogno”. L’auspicio di Caritas italiana è “che aderiscano tante diocesi con fondi di garanzia, per rendere il sistema più solido”.
Inclusione finanziaria favorisce l’inclusione sociale
“Il nostro obiettivo – precisa Anna Fasano, presidente di Banca Etica – è quello di facilitare uno sviluppo umano integrale e di favorire, attraverso gli strumenti di raccolta del risparmio e del credito, l’autonomia e la responsabilità delle persone, nella realizzazione dei propri progetti, a partire dalle fasce più deboli, spesso considerate non bancabili. Crediamo che l’inclusione finanziaria sia uno strumento potente di inclusione sociale”. La forza della nuova intesa, aggiunge don Francesco Soddu, direttore di Caritas italiana, “sta proprio nella conoscenza, propria delle Caritas diocesane, dei territori e delle necessità di persone, famiglie e realtà attive nelle comunità locali a servizio dei più poveri ed esclusi anche dall’accesso al credito”. In momenti come quelli attuali, conclude Benigno Imbriano, amministratore delegato di PerMicro, “caratterizzati da grande difficoltà economica e sociale, con questo accordo vogliamo rafforzare il nostro desiderio di rimettere al centro della nostra attività le persone e le loro condizioni di vita”.