Un paio d’ore fa, in piazza Duomo, s’è conclusa la cerimonia di svelamento della lapide in commemorazione delle persone scomparse durante l’emergenza sanitaria da Covid-19. La lapide marmorea, collocata nel famedio del palazzo comunale, ha iscritte le seguenti parole: “La città di Crema e tutte le sue figlie e i suoi figli offrono questo segno di amore perenne ai loro concittadini e concittadine mancati nei terribili mesi della pandemia di Covid-19, sentimento che si estende alle loro famiglie e ai loro affetti, che con un grande esempio di dignità e di compostezza sono stati ispiratori di coraggio e di speranza per ognuno di noi”.
Significativi gli interventi del sindaco Stefania Bonaldi e del vescovo monsignor Daniele Gianotti. Alla cerimonia hanno partecipato liberamente diverse famiglie colpite dalla scomparsa di un loro affetto: in piazza c’erano circa duecento persone, distanziate e con mascherina. Tanta la commozione sia nei parenti sia negli amministratori. I membri della Giunta e alcuni consiglieri comunali hanno letto i nomi di 324 persone decedute tra il 21 febbraio e il 31 maggio scorso, nella fase più acuta della pandemia. Tra questi i tre ex amministratori Fulvio Soccini, Luciano Capetti e Antonio Bossi.
“Nelle settimane dolorose del Covid avevamo preso un impegno, quello di ricordare insieme tutti i nostri concittadini e le nostre concittadine mancati in quei terribili momenti, e oggi siamo qui per onorare quella promessa. Fare memoria, insieme, di chi se ne è andato in quei mesi drammatici, che rimarranno impressi nella storia della nostra città e nelle nostre coscienze. Mai come in questi frangenti ci accorgiamo di quanto le parole siano inadeguate, manchevoli, non ci restituiscono chi abbiamo perso e non leniscono il dolore, ma il nostro ritrovarci, in questo abbraccio collettivo, intende esprimere la vicinanza, l’affetto, la compartecipazione di un’intera comunità”, ha dichiarato il sindaco molto emozionata. “Questa lapide – ha spiegato – vuol dunque essere un atto di amore e vicinanza ai vostri cari, quale che sia il motivo per cui sono mancati, e a voi familiari, tutti accomunati da uno stesso destino di perdita. Qui, nel cuore della città a rappresentare il cuore di tutti noi cittadini e cittadine di Crema. Vuole essere gesto d’amore e di memoria per il nostro presente e per il nostro futuro, ma anche un perenne monito della precarietà e della fragilità della nostra condizione umana… E solo le risposte corresponsabili e solidali, quelle di una umanità che si fa carico, si affratella e porge aiuto, sono state e saranno quelle in grado di salvarci”, ha concluso.
Dopo l’applauso per le parole del primo cittadino l’intervento di monsignor Gianotti. Profonde e cariche d’affetto anche le parole del vescovo Daniele: “L’esperienza vissuta nei mesi scorsi ci ha fatto capire qualcosa che stavamo rischiando di dimenticare nella nostra società: il fatto di essere solidali, un corpo solo”, ha esordito. Anche nella morte come in altri aspetti della nostra vita, “l’eccesso di privatizzazione non ci fa bene. I nomi scolpiti nel marmo suscitano richiami e ricordi. Come recita il Vangelo ‘i loro nomi sono scritti in cielo’: c’è una scrittura indelebile, quei nomi sono scritti nel cielo, dove nessuno li potrà cancellare. Il credente sa che nel cuore di Dio i nomi dei nostri cari non svaniranno mai”. A seguire lo scoprimento, nella commozione, della lapide. Non sono mancate lacrime, specie nei familiari delle vittime. In piazza era presente anche il “Comitato Verità e Giustizia ospiti Rsa” con uno striscione sostenuto da alcuni dei suoi membri.
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