OMICIDIO SABRINA – Cisterna svuotata, ma del corpo non c’è traccia. Importante il lavoro del Ris

Sabrina Beccalli

Non c’è ancora traccia del corpo di Sabrina Beccalli, la 39enne cremasca che sarebbe stata oggetto di violenza da parte di Alessandro Pasini. Neppure lo svuotamento della cisterna di Vergonzana ha sortito effetti. Come è stato confermato dal colonnello Lorenzo Carlo Mario Repetto lo scorso sabato, probabilmente l’omicidio è avvenuto nella notte tra il 14 e il 15 agosto e l’auto della ragazza sarebbe stata bruciata “per sviare le indagini e occultare i segni di violenza sul corpo della donna”. Pasini, come avevamo riportato, si trova in carcere dal 18 agosto con l’accusa di “omicidio e distruzione di cadavere”, ma non ha ammesso pienamente il fatto. Piuttosto ha riferito di aver consumato con lei della droga, riconducendo la morte a un’overdose. Diversa la ricostruzione degli investigatori, supportata da immagini. Nelle registrazioni di una telecamera privata – ha riferito sempre Repetto – Pasini è ripreso più volte: mentre porta la macchina alle ore 15 a Vergonzana e mentre torna a Crema con un monopattino caricato sulla stessa. Alle 21.30 torna sul luogo, poco prima che l’auto di Sabrina prenda fuoco con a bordo un cane. Fatti, questi, che l’imputato ha confermato.

Determinante il lavoro del Ris di Parma, che ha fornito molti riscontri alle ipotesi, insieme a una testimonianza di una vicina, che ha avvertito le urla della donna dall’appartamento dove Sabrina e Pasini si trovavano, quello dell’ex fidanzata di lui, al momento in vacanza. Nella casa di Castelnuovo, di cui Pasini aveva le chiavi, tra l’altro, era stato tagliato il tubo della caldaia. S’è rischiato il peggio. Nel frattempo, è l’ultimo aggiornamento disponibile, tracce di sangue sarebbero state trovate dal Ris sul pianerottolo e nel bagno dell’appartamento di Crema, elementi che proverebbero come questo possa essere il luogo del delitto. Pasini al momento si trova ancora in custodia cautelare nel carcere di Cremona con l’accusa di omicidio e distruzione di cadavere. La Procura, però, sta valutando se tra i capi d’imputazione sia da aggiungere quello relativo al possibile crollo della palazzina delle “Quade”, visto il tubo reciso trovato dai militari e dai vigili del fuoco al momento dell’ispezione.