Per dare adeguata risposta alle richieste di chiarimenti giunte, la Prefettura ha diffuso una comunicazione per inquadrare la materia, prima, e fornire i dati sull’attività svolta, poi.
“Com’è noto – scrivono dagli Uffici Territoriali del Governo – la Prefettura di Cremona, a partire dal DPCM 22 marzo 2020, è stata investita, come del resto tutte le altre strutture prefettizie d’Italia, della delicata attività di verifica sulle comunicazioni necessarie ai fini della possibilità di prosecuzione delle attività produttive non espressamente inserite nell’elenco di codici ATECO messo a punto dal Governo. L’impianto normativo, poi sostanzialmente ripreso dal DPCM 10 aprile, attualmente vigente, è imperniato fondamentalmente su un meccanismo analogo a quello della SCIA, Segnalazione certificata di inizio attività. In buona sostanza la procedura si basa sulla comunicazione da parte dell’azienda all’autorità amministrativa prefettizia dell’intenzione di prosecuzione dell’attività anche se non in possesso di un codice presente in elenco usufruendo delle possibilità di deroga previste dal DPCM e fornendo tutta la documentazione necessaria a sostenere tale informazione e a consentire le successive verifiche”.
Le ipotesi di deroga previste dalla disciplina riguardano le attività: che sono funzionali ad assicurare la continuità delle filiere delle attività di cui all’allegato 3 del D.P.C.M.; che sono funzionali ad assicurare la continuità delle filiere delle attività dell’industria dell’aerospazio, della difesa e delle altre attività di rilevanza strategica per l’economia nazionale; che sono funzionali ad assicurare la continuità dei servizi di pubblica utilità e dei servizi essenziali; degli impianti a ciclo produttivo continuo dalla cui interruzione derivi un grave pregiudizio all’impianto stesso o un pericolo di incidenti; dell’industria dell’aerospazio e della difesa, incluse le lavorazioni, gli impianti, i materiali, i servizi e le infrastrutture essenziali per la sicurezza nazionale e il soccorso pubblico, nonché le altre attività di rilevanza strategica per l’economia nazionale.
Ulteriori deroghe senza necessità di comunicazione, sono stabilite per i servizi essenziali, per le attività connesse alla gestione dell’emergenza, e in generale per tutte quelle attività legate al settore sanitario, per ragioni che sono facilmente comprensibili.
Per usufruire della deroga non è prevista l’emanazione di un provvedimento autorizzatorio espresso, l’attività è abilitata a proseguire in virtù della comunicazione inviata sulla base del semplice meccanismo del silenzio assenso. Provvedimento espresso, invece, di carattere eventuale e quindi successivo, sarà adottato solo laddove all’esito delle verifiche si riscontri la carenza dei requisiti per la prosecuzIOne.
“La Prefettura di Cremona – spiegano dagli uffici di Corso Vcittorio Emanuele – fin dalle prime ore successive al semplice annuncio di tali misure da parte del Presidente del Consiglio è stata immediatamente raggiunta da un numero considerevole di comunicazioni, spesso anche non necessarie o irrilevanti ma comunque tali da mettere in difficoltà la gestione del flusso informativo e l’attività dei nostri uffici, già provata dall’emergenza in atto. La capacità di reazione degli uffici della Prefettura, anche se fortemente ridimensionati, è stata massima. L’ufficio del Gabinetto, ha subito organizzato al meglio l’attività per una più ordinata canalizzazione delle comunicazioni delle aziende, fornendo le indicazioni necessarie mediante specifici incontri in videoconferenza con le organizzazioni rappresentative di categoria e aggiornando il sito web istituzionale con tutte le informazioni e la modulistica da utilizzare per usufruire delle deroghe consentite dal DPCM. Contestualmente sono stati avviati utili contatti anche con le Organizzazioni Sindacali della provincia per garantire loro la massima partecipazione e la più ampia trasparenza sulla materia.”
Per quanto riguarda le comunicazioni pervenute, il totale è di 1.328 pratiche, già istruite o di cui verrà completata l’istruttoria nei prossimi giorni. Le comunicazioni oggetto di ulteriori accertamenti da parte della Guardia di Finanza è pari a 850, ma in costante aggiornamento. “Sulla base di tali numeri sono state già effettuate dalla Guardia di Finanza 6 ispezioni, e in ogni caso elenchi formati gradualmente dalla Camera di Commercio sulla base delle comunicazioni pervenute sono utilizzati dalla GdF e dai Carabinieri, cui vengono regolarmente trasmessi, per controlli a campione mediante sopralluogo. Infatti, nel periodo dal 7 al 20 aprile, il personale dell’ Arma dei Carabinieri ha effettuato 126 controlli (53 nel Cremonese, 42 nel Cremasco, 31 nel Casalasco) riguardo ad attività produttive per la verifica del rispetto del protocollo nazionale di tutela dei lavoratori sulla base degli nominativi presenti negli elenchi di cui sopra o di specifiche segnaI azioni pervenute dalle 00SS”.
Il DPCM consente la prosecuzione delle attività, anche sospese, se organizzate in modalità a distanza o lavoro agile. Inoltre, il più recente DPCM lO aprile 2020, al C0111l11a 12 dell’art 2, prevede che per le attività produttive sospese è ammesso, sempre previa comunicazione al Prefetto, l’accesso ai locali aziendali di personale dipendente o terzi delegati per lo svolgimento di attività di vigilanza, attività conservative e di manutenzione, gestione dei pagamenti nonché attività di pulizia e sanificazione; è consentita inoltre la spedizione di merci giacenti in magazzino e la ricezione di beni e forniture. La comunicazione non è dovuta quando le attività sono svolte direttamente dal titolare dell’impresa o da un amministratore della società e non è necessaria per le attività di commercio al dettaglio, per le quali resta consentita l’attività di vendita con consegna a domicilio.
“Alla data di ieri – la conclusione – sono stati adottati 2 provvedimenti di autorizzazione e 8 provvedimenti di sospensione. Altri 12 provvedimenti di sospensione sono in via di adozione, espletata la necessaria fase di consultazione preventiva con la Regione”.