CREMA – Il progetto “Io ballo” alla scuola secondaria di 1° grado A. Galmozzi

Pathos ed empatia hanno caratterizzato gli incontri organizzati dall’I.C. Nelson Mandela e nello specifico dalla scuola secondari di 1° grado A. Glamozzi di Crema con  l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, di concerto con la società Liberi e Forti  Asd di Castelleone che da tempo collabora con questa realtà. Un’attività intensa, coraggiosa e alternativa durata due settimane. Il progetto, denominato Io Ballo!, ha coinvolto 13 classi  con più di 250 studenti. Si è trattata di un’esperienza finalizzata ad avvicinare i ragazzi alla diversità e all’integrazione proponendo, oltre a tradizionali momenti di confronto, anche la pratica diretta di attività sportive al buio. 

Il progetto si è svolto con lo svolgimento di una lezione teorica in classe con la presidente dell’ Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, sezione Territoriale di Cremona”, Flavia Tozzi,  e una ballerina non vedente della scuola “Ballo Anche Io” della società castelleonese, Mara Parmigiani, 30enne di Casalbuttano. Sono stati affrontati, in modo semplice e comprensibile tanti temi: la diversità, l’integrazione, come si vive da ciechi nella quotidianità ed è stato insegnato l’utilizzo dell’alfabeto braille. I ragazzi, comprese le regole base di questo linguaggio, hanno provato a scrivere con grande entusiasmo il loro nome, cognome e luogo di provenienza con l’apposita strumentazione, riuscendo nella loro missione.

Successivamente sono intervenute nelle lezioni curricolari di Scienze Motorie, seguite dai professori Vittoria Bellandi, Oriana De Paola e Francesco De Felice, le insegnanti di danza Valentina Abbondio e Martina Pertisetti con il supporto di Chiara Gusmaroli. In questa lezione pratica le insegnanti hanno invitato i  ragazzi a mettersi in gioco, a uscire dalla certezza che, un senso come la vista, garantisce. Hanno così provato e sperimentato esperienze nuove che, probabilmente, non avrebbero mai pensato di vivere. In gruppo e a coppie, chiaramente a occhi bendati (come si vede nella foto), hanno eseguito prima degli esercizi di orientamento spazio-temporale, dei giochi senso-percettivi per poi provare alcuni passi base di danza a ritmo di musica, sempre a occhi chiusi. “Non credevo fosse così difficile vivere la vita senza un senso come la vista”, sostiene una studentessa di terza terminata la lezione pratica, “questa esperienza mi ha permesso di capire quanto siamo fortunati”. 

Gli obiettivi principali preposti dai docenti di Scienze Motorie dell’Istituto Galmozzi  sono  stati: diffondere la cultura dell’integrazione e della solidarietà, con l’accettazione e la valorizzazione della diversità  e dei limiti individuali e promuovere lo sport come elemento di socializzazione e relazionale.

“È stata una vera sfida personale”, sostiene la prof.ssa Bellandi, “perché conoscendo la realtà dei nostri  ragazzi non era così scontato affrontare certi temi e, soprattutto, coinvolgerli. Il risultato e l’impegno profuso dai nostri giovani, però hanno dimostrato che davanti a esperienze di vita vera con difficoltà oggettive si creano momenti  di empatia che, insieme ai miei colleghi, abbiamo percepito e condiviso con i nostri studenti. A oggi, a progetto concluso, possiamo ritenerci soddisfatti. Abbiamo riscontrato nei ragazzi grande interesse,  partecipazione, curiosità ed entusiasmo”.