CORONAVIRUS – Quasi nessuno al mercato, Comune chiuso al pubblico. Le reazioni della gente

In applicazione alla norma emanata ieri, oggi solo i banchi di alimentari erano presenti al mercato cittadino (e in quelli dei paesi). Ma l’assenza più grossa, per gli “affari” dei rivenditori, è stata la gente. Pochi i clienti, infatti, in una giornata, quella del martedì, già con scarsa presenza in via Verdi, Coronavirus o meno.Le strade di Crema ci hanno abituato a un brulicare di gente o ogni ora, ma anche oggi pomeriggio non è così, nonostante alcune auto in più rispetto a ieri. Abbiamo fermato qualche persona per strada.

C’è chi non ha per niente timore: “Stanno esagerando e così si rischia di bloccare tutto il nostro Paese che già non stava vivendo una stagione eccezionale. La Borsa mostra il declino cui andiamo incontro”, ci dice un uomo riferendosi all’economia. Dello stesso parere un ragazzo più giovane: “Io sto bene, la fanno più lunga di quello che è. Il contagio ha numeri anche più bassi di un’influenza”. La “spavalderia” – lo spiegano gli psicologi – a volte serve per esorcizzare la paura. Dunque ci sta, ma sempre nel rispetto delle regole emanate da Comuni e Regione. Certo tra i cremaschi la paura è il sentimento più diffuso. “Altro che influenza normale: all’ospedale Maggiore ci sono le tende della protezione civile, in giro non c’è nessuno e in tv si sente qualunque cosa”, afferma una ragazza. “Ho conoscenti in quarantena. Stanno bene, ma sono isolati”.

C’è chi vuole essere rassicurato che non finiranno le derrate alimentari, così come chi si augura che “il cordone di controllo nei dieci paesi lodigiani, cui va la nostra vicinanza, regga e non si diffonda, almeno da lì, il virus”. Fa rabbia, in questo senso, sentire al telegiornale regionale, di residenti in quelle zone che escono dalla “fascia rossa” eludendo i controlli attraverso strade basse di campagna. Se confermato è inaccettabile. La coscienza delle persone può fare molto: non si comprende perché non ascoltare le ordinanze e rispettare quanto ci viene chiesto! Anche nei paesi più coinvolti i generi di prima necessità non mancano. Il nostro giro in centro comprende il passaggio davanti alla Fondazione Kennedy, con il portone chiuso e l’avviso di ingresso vietato ai parenti (per precauzione), ma anche una visita in municipio: sindaco e assessori indaffarati e, sulla porta, il cartello che dice: “Il Comune è chiuso al pubblico. Si accettano solo prenotazioni”.