Una catastrofe
“Non credo che la Turchia si spingerà oltre. Vuole solo salvare la faccia – dice al Sir padre Hanna Jallouf, francescano della Custodia di Terra Santa e parroco latino di Knaye, uno dei tre villaggi cristiani della Valle dell’Oronte, nella provincia di Idlib ancora sotto controllo dei jihadisti di Tahrir al-Sham – il Piano dell’esercito siriano, si dice, è quello di accerchiare Idlib, senza entrarvi, e andare al negoziato. Ad oggi il confine tra la zona sotto controllo del Governo e quella nelle mani dei gruppi ribelli è dato proprio dalle due autostrade”. “L’escalation degli scontri sta provocando un’emergenza umanitaria mai vista. Povera gente! Povera gente!” ripete padre Hanna che prova a descrivere la situazione. “Ci sono paesi e villaggi svuotati, città fantasma, nemmeno un cane. Una cosa orribile. La gente si accampa dove può. In tanti sono arrivati anche nei nostri villaggi, qui nell’Oronte, a 60 km. da Idlib, per sfuggire ai combattimenti. In alcune zone si vedono solo tende e ripari di fortuna, nemmeno più gli alberi riusciamo a scorgere. In questi giorni poi fa freddo, c’è neve e le condizioni di vita sono davvero difficili. Ci sono donne, anziani, bambini, mancano di tutto. Noi cerchiamo di dare loro quel che possiamo, soprattutto coperte e viveri”.
“Alcuni hanno aperto le loro case, ma i bisogni sono enormi. È uno tsunami di persone, oltre 350 mila, che fuggono dalla guerra. È una miseria incredibile. Non possiamo fare altro che pregare per la fine di questa tragedia, per la pace in Siria. Alla comunità internazionale dico fermate questa guerra”.
Un appello ai vescovi dell’incontro di Bari
Da padre Hanna anche un appello ai 58 vescovi che dal 19 al 23 febbraio saranno a Bari per l’incontro “Mediterraneo, frontiera di pace” promosso dalla Chiesa italiana e che vedrà la presenza di papa Francesco il giorno conclusivo: “Pregate per la pace, pregate il Signore perché metta semi di pace nei cuori dei combattenti. Fermate il massacro! Non lasciamo che il Mediterraneo si tinga ancora del sangue di tanti innocenti, lasciamo che sia la vita a vincere e non la morte”.