Con l’arrivo, lunedì scorso, della grande gru (con conseguente chiusura della via al traffico), il cantiere è stato ultimato e, se la pioggia darà tregua, possono partire a Moscazzano i lavori di restauro conservativo della chiesa parrocchiale di San Pietro.
Come già anticipato dal nostro giornale il progetto, redatto dall’architetto Magda Franzoni di Crema, è stato autorizzato dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Cemona-Lodi-Mantova e ha superato tutti i passaggi presso gli Uffici Beni culturali ed economici della Diocesi di Crema. Ha inoltre ottenuto un finanziamento a fondo perduto da parte della Fondazione Cariplo di Milano, mentre un altro ingente contributo arriverà dalla Conferenza Episcopale Italiana.
L’intervento avviato in questi giorni – convalidato dal parroco don Osvaldo Erosi e dal Consiglio per gli Affari economici e poi illustrato alla comunità – riguarda in modo particolare i fianchi della chiesa, il tetto e il campanile, che versano in cattive condizioni di conservazione. La facciata principale, invece, ha avuto un intervento di manutenzione circa una ventina di anni fa e quindi necessita soltanto di una “ripassata”.
“Il progetto – ha avuto modo di spiegare l’architetto Magda Franzoni – ha come obiettivo il restauro e la conservazione dell’intera chiesa. Si tratta di un progetto mirato non solo al restauro, ma alla valorizzazione del luogo sacro come punto di riferimento artistico, culturale e storico del paese”.
Materiali datati, umidità e l’azione erosiva degli agenti atmosferici sono alla base del degrado delle pareti, mentre anche l’intero tetto della chiesa presenta gravi condizioni di conservazione e ha bisogno di un restauro conservativo completo in quanto non è presente un sottocoppo protettivo e le tegole, sotto la pressione del vento e degli agenti atmosferici, nel tempo sono scivolate. Ulteriori danni sono causati dalla presenza di colonie di colombi, guano e carcasse di volatili. Problemi simili interessano pure la superficie esterna del campanile e la cella campanaria, che si presentano in cattivo stato di conservazione, così come il sottotetto della sacrestia.
Ora, opere mirate di conservazione porranno fine a tutto ciò.