GIORNATA DEL POVERO – Condivisione e “un saluto” per ridare speranza ai Poveri

In occasione della terza “Giornata Mondiale dei Poveri” in ogni parrocchia oggi sono state organizzate attività particolari, mentre la Caritas diocesana è stata ospite presso l’unità pastorale San Carlo-Mosi-Crema Nuova. La “Giornata” è cominciata con la santa Messa celebrata dal parroco don Francesco Ruini nella chiesa sancarlina e sta proseguendo con altre iniziative questo pomeriggio (giochi all’oratorio), dopo il pranzo di condivisione, sempre al centro parrocchiale. Una cinquantina i presenti di Rifugio San Martino e Casa d’Accoglienza, con il vescovo Daniele, il direttore Claudio Dagheti e alcuni operatori (con famiglie), che hanno consumato il pasto insieme ad alcune famiglie dell’Unità.
“Oggi abbiamo qui ospiti gli operatori della Caritas e alcuni assistiti in questa speciale ‘Giornata’ voluta da papa Francesco per le persone fragili, ma a dire il vero ognuno di noi è fragile…”, ha esordito don Francesco durante la celebrazione.
“A Gesù non interessa la bellezza esteriore – ha affermato don Francesco commentando nell’omelia il Vangelo di Luca –. Gli interessa altro, se diamo tutto quello che abbiamo, non solo per quanto riguarda la carità e i beni materiali; se quando siamo presi in giro, da cristiani, non scappiamo ma restiamo lì; se la fiducia in Lui rimane salda anche quando qualcuno ci tratta male”. Spazio, di seguito, a Dagheti, che ha introdotto tre ospiti della Casa d’Accoglienza (Giorgio, Dani e Gani), i quali hanno risposto ad altrettante significative domande. La loro testimonianza diretta è valsa più di mille parole!
“Queste riflessioni sono il frutto del lavoro svolto sul messaggio del Papa per questa Giornata Mondiale del Povero”, ha spiegato.
La prima. Cos’è secondo te la povertà? “È il fallimento, il mondo che ci crolla addosso, non avere speranza, è essere esclusi ed emarginati, non ricevere indietro il saluto che poniamo agli altri, è assenza di relazioni vere”, ha risposto Giorgio.
La seconda: Secondo te cos’è per gli altri la povertà, per chi non la vive? “Credo che per gli altri la povertà sia una colpa. Non solo mancanza di soldi e lavoro, oppure di speranza, per alcuni non essere stati in grado di rialzarsi significa non essere addirittura uomini. Gli altri spesso non ci perdonano gli errori che abbiamo fatto, e non ci perdonano di chiedere aiuto e ospitalità alla Caritas. Ai poveri spesso non viene perdonata neppure la povertà, questo ci ha detto il papa nel suo Messaggio”, ha replicato Gani. Il direttore Dagheti, quindi, ha brevemente riflettuto sull’emarginazione e sulle sue nuove forme: molte volte non è solo della società, ma è delle stesse famiglie dei poveri.
Infine la terza domanda: la povertà è solo negatività o anche un’opportunità? “La povertà può essere un punto di partenza per ripartire. L’esperienza in Caritas mi ha permesso di conoscere persone senza pregiudizi e che si aiutano a vicenda. Dentro la Caritas è tutto un altro mondo, ci sostengono e ci salutano…”, ha affermato Dani. “Non tutto è male, la speranza di ricominciare l’abbiamo grazie alla Caritas, grazie a tutti”, è intervenuto ancora Giorgio.
I due lunghi applausi della chiesa gremita come non mai hanno manifestato la solidarietà della parrocchia e dell’intera comunità cremasca. Durante l’offertorio, il dono di un cesto, per esprimere fraternità e condivisione, valori poi esplicitati ancor meglio dal pranzo insieme.
“Mi hanno colpito molto le testimonianze. Facciamo nostro l’impegno, questa settimana, di salutare chi ci saluta. Oggi giocheremo e pranzeremo insieme, per testimoniare a nostra volta una forma bella di accoglienza e di stare insieme”, la conclusione del parroco don Francesco. Un saluto, a volte, può offrire speranza.