SCUOLA PARITARIA: CONVEGNO A ROMA

La presidente del Senato Casellati al Convegno di Roma

Autonomia, parità e libertà di scelta educativa in Italia e in Europaè il titolo di un importante convegno sulla scuola paritaria, organizzato dall’Unione superiori maggiori d’Italia (Usmi) e dalla Conferenza italiana dei superiori maggiori (Cism), giovedì pomeriggio a Roma. L’obiettivo era, ancora una volta, affrontare il problema – anche ai massimi livelli – dell’esistente discriminazione economica tra scuole statali e paritarie, riconosciute come parte integrante del servizio di istruzione pubblica del Paese, dalla legge 62/2000. Come è noto, infatti  i genitori che scelgono le scuole non statali, sono costretti a pagare due volte l’istruzione per i loro figli: prima con le tasse, poi con una retta.

Sono intervenuti il Presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati e il presidente della Cei card. Gualtiero Bassetti. In un secondo momento s’è tenuto un confronto con i componenti del Consiglio Nazionale della Scuola Cattolica presso la Cei che hanno redatto il documento Autonomia, parità e libertà di scelta educativa, nel 2017  (Agesc, Cdo-Foe, Cism, Confap, Fidae e Fism). Ha moderato la giornalista Lorena Bianchetti. Le conclusioni sono toccate a suor Anna Monia Alfieri, organizzatrice dell’evento, delegata dell’Usmi ed esperta in problemi scolastici.

IL PRESIDENTE DEL SENATO CASELLATI

Il via al convegno l’ha dato la Casellati. “Sostenere la scuola paritaria vuol dire creare nuove opportunità per tutti”, ha affermato. Per la seconda carica dello Stato, “il diritto all’istruzione” da un lato “realizza il diritto fondamentale di libertà, dignità e autonomia del singolo individuo” e dall’altro “pone in essere le migliori condizioni perché ciascuno di noi contribuisca alla costruzione di una cittadinanza responsabile”. “Attraverso l’istruzione – ha osservato – formiamo le future generazioni ma riusciamo anche a dare nuova linfa a quel patto sociale su cui si regge l’essenza stessa della nostra società”.

E se “la Costituzione indica la via: sancisce i diritti, prescrive i doveri”, la presidente del Senato ha evidenziato che “è compito delle Istituzioni fare in modo che quei diritti vengano garantiti, che quei doveri siano assolti”.

E ha aggiunto: “La possibilità economica di accedere all’istruzione si traduce nel principale ago della bilancia dell’equità sociale. Promuovere una vera uguaglianza nell’accesso all’istruzione significa sostenere una crescita equa di tutto il Paese. Per soddisfare questa esigenza, potrebbe essere utile – ha evidenziato esplicita – un’attenta valutazione di proposte come quella contenuta nel documento della Cei, che suggeriscono la determinazione di un ‘costo standard di sostenibilità per allievo’ a carico dello Stato e da distribuire a beneficio tanto delle scuole pubbliche, quanto di quelle paritarie. Dare agli studenti e ai genitori la possibilità di scegliere tra una buona scuola pubblica statale e una buona scuola pubblica paritaria, favorirebbe – ha concluso – una proficua, leale e necessaria concorrenza tra gli istituti scolastici”. Un appoggio chiaro, quello della Casellati, alla battaglia che la scuola paritaria, sta facendo da anni per attuare finalmente la legge 62/2000 sulla parità scolastica.

IL PRESIDENTE DELA CEI CARD. BASSETTI

Alla seconda carica dello Stato, ha fatto eco il presidente della Cei, card. Bassetti. “La finalità di una scuola cattolica – ha detto – non è solo quella di assicurare un generico servizio scolastico, ma quella di offrire un valore aggiunto al percorso educativo dei suoi allievi mediante l’ispirazione evangelica. Un’ispirazione che non contraddice la laicità della scuola italiana. Questa, infatti, non si identifica con un indifferentismo religioso, bensì si esprime anche con un’apertura alla dimensione religiosa, riconoscendo come il cristianesimo abbia contribuito a dare forma ai valori e alla cultura del nostro Paese e dell’Europa”.

Nelle parole del cardinale un messaggio diretto: “La Chiesa ha un patrimonio di valori educativi che non può disperdersi solo per ragioni economiche”. Tuttavia, “nonostante l’impegno profuso dalle realtà ecclesiali nel promuoverle e sostenerle, la vita delle scuole cattoliche non è facile, perché manca in Italia quella vera parità che altri Paesi riescono a garantire tra scuole statali e non statali. Ciò può spiegare, insieme ad altri fattori, il calo progressivo nel numero di scuole cattoliche registrato negli ultimi anni in Italia, e ancor più il calo nel numero degli alunni di queste scuole”.

Il cardinale ha ricordato che negli ultimi dieci anni, sono scomparse circa 1.000 scuole cattoliche (su un totale di quasi 9.000) e si sono persi più di 160.000 alunni, anche se accanto alle tante scuole che chiudono ce ne sono di nuove che aprono e che rivelano la domanda di educazione cristiana che le famiglie desiderano per i propri figli: una domanda che potrebbe essere molto maggiore se solo le condizioni economiche fossero diverse”.

Ha concluso il primo step del convegno p. Caetani, presidente Cism. Ha ribadito anch’egli: “L’obiettivo è che tutte le famiglie, per educare i propri figli, possano effettivamente scegliere tra le scuole pubbliche del Sistema nazionale, statali e paritarie, alle medesime condizioni economiche. È questo lo spirito della Costituzione.”

IL DIBATTITO

Nella seconda parte del convegno ha parlato inanzitutto Giancarlo Frare (Agesc) che si è soffermato sulla questione degli alunni disabili per i quali le scuole paritarie ricevono contributi pari a un decimo di quelli delle scuole statali. Inaccettabile! “Abbiamo una società politica che ci è ostile e torna sempre più lo statalismo.”

Interessanti anche gli interventi di Marco Masi (presidente Cdo-Foe), di don Roberto Dal Molin (delegato scuola dell’Uneso), di suor Lauretta Valente, di Francis Contessotto (segretario Fidae), di padre Francesco Ciccimarra, direttore di Agidae e di Luigi Morgano, segretario Fism.

Ha concluso il tutto suor Anna Monia Alfieri, riproponendo con forza il costo standard di sostenibilità, sottolineando il grande impegno storico delle Congregazioni religiose per la scuola, vissuto come coraggiosa testimonianza cristiana soprattutto verso i più deboli e incoraggiando il dialogo con le Istituzioni, dato che – secondo la sua esperienza – esponenti di diversi colori politici hanno già compreso la necessità di attuare definitivamente la parità scolastica.

IL COSTO STANDARD

Il costo standard di sostenibilità è un metodo innovativo di finanziamento pubblico della scuola italiana, simile a quello della sanità, secondo il quale viene posto al centro lo studente. Lo Stato, individuato un costo standard per allievo, lo sostiene per tutti i giovani che frequentano le scuole italiane, statali e paritarie, evitando sprechi di ogni genere e finendo per risparmiare circa sei miliardi annui sull’attuale spesa per l’Istruzione.