Veglia di preghiera questa sera, a un anno e un mese dalla cattura di padre Gigi Maccalli in Niger, avvenuta il 17 settembre 2018. La comunità cremasca si è ritrovata numerosa a Offanengo presso il santuario della Madonna del Pozzo alle 20.30. Qui è iniziata la preghiera per la liberazione del missionario.
Dopo l’introduzione del nuovo parroco don Giambattista Strada, il missionario offanenghese padre Angelo Riboli, missionario in Kenya, ha dato una sua testimonianza.
Si è poi snodato il corteo lungo la via centrale del paese, recitando del Rosario. Sosta davanti alla chiesa di San Rocco dove è stata rivolta al Signore la preghiera per l’Africa cara a padre Gigi.
Accese poi 13 candele, dodici rosse e una bianca, che indicano i mesi di prigionia di padre Gigi.
Arrivati in chiesa parrocchiale le 13 candele sono state poste sull’altare. Concluso il rosario con il canto della Salve Regina, mons. Rosolino Bianchetti, vescovo del Quiché, ha ricordato i momenti difficili passati in Guatemala quando durante la repressione, lui e molti suoi fedeli rischiarono di essere rapito. “Momenti in cui si percepisce – ha detto – la presenza del Signore che dà forza e condivide la croce on noi.
Padre Gigi ha portato la croce per il suo popolo. Gesù ci fa capire che lui è sotto la nostra croce. Anche noi nel Quiché abbiamo sentito questa presenza. Tanti fratelli nostri sono morti martiri, testimoni del Vangelo. Tutti hanno sentito la necessità di partecipare nel modo più totale al servizio del Signore, pagando con la propria vita. Il Signore dia oggi la forza a padre Gigi di portare la sua croce”.
Dopo mons. Rosolino, ha parlato il vescovo Daniele: “Viviamo questo tredicesimo mese di silenzio di padre Gigi alla vigilia della beatificazione di padre Cremonesi, ha detto. Questo ci aiuti a prendere molto sul serio la beatificazione di padre Alfredo e a viverla nel modo più vero.
Ambedue intercedano che non vengano meno le vocazioni missionarie nella nostra diocesi.
