DAL GUATEMALA/2. Il ricordo dei missionari cremaschi

La tomba di don Pino Lodetti

Non è pensabile iniziare un viaggio in Guatemala, senza ricordare i missionari che ci hanno preceduto e ci hanno lasciato.

Così, guidati da Francisco, un giovane molto impegnato nella sua comunità e quindi valido collaboratore del Vescovo, ci mettiamo in viaggio verso mezzogiorno e scendiamo verso la costa per raggiungere Puerto San José e Palín.

Dico “scendiamo” perché il Guatemala è attraversato, nella parte centrale, da diverse catene montuose e, per raggiungere il mare, necessario scendere.

Il cambio climatico è repentino: dal fresco ventilato del Quiché ci immergiamo, nel caldo afoso della pianura. È il regno della canna da zucchero e delle grandi proprietà terriere che, insieme al prezioso vegetale, sfruttano una mano d’opera sempre troppo a buon mercato.

Lungo il cammino costeggiano anche il Volcán del Fuego, che scorso anno uccise, con la sua eruzione 300 persone e distrusse parte del dipartimento di Escuintla.

Dopo tre ore di viaggio arriviamo a Puerto S. José, il porto più importante del Guatemala sul Pacífico, dove ha prestato la sua opera l’indimenticato don PINO LODETTI. Non è difficile trovare il cimitero, più difficile trovare la tomba di don Pino, visto che i cimiteri in America Latina, sono molto colorati e un po’ confusi.

Alla fine la nostra fatica viene premiata, perché la tomba si trova sul viale principale. Rappresenta, come dice chiaramente la scritta, un sepolcro vuoto.

Al proposito Monseñor ricorda che tutti i Sabato Santo don Pino guidava una processione ad una tomba vuota, appositamente preparata nel cimitero, a significare la prossima resurrezione di Gesù. Ci fermiamo alcuni minuti in preghiera, ricordando come anche attraverso don Pino i legami tra Crema e il Guatemala, possano rinsaldarsi.

Poco dopo siamo di nuovo in auto, in viaggio verso Palín. Arriviamo verso le 17 passate e ci accorgiamo che non è facile arrivare perché la città è inerpicata sulla collina, ha le strade strette e sempre piene di gente.

Alla fine arriviamo al cimitero… L’ingresso è decisamente più solenne e non abbiamo alcun dubbio: la tomba di don IMERIO PIZZAMIGLIO si trova proprio in fondo al viale principale.

Anche in questo caso il monumento rappresenta un sepolcro vuoto e, insieme al ricordo di don IMERIO, c’è anche quello di don Pino. Come se la pietà popolare avesse voluto riunirli insieme anche nel ricordo.

La preghiera guidata da mons. Rosolino unisce due terre e due continenti in un unico ringraziamento per aver avuto il dono di due persone che la gente già considera santi.

Con la benedizione di don Pino e don IMERIO possiamo davvero iniziare il nostro percorso in Guatemala ancora più animati.

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