Volge al termine il viaggio in Uganda, iniziato il 30 marzo, del Centro Missionario Diocesano. Il direttore Enrico Fantoni – accompagnato da Lia De Giuseppe, Mimma Benelli, Silvana Bettinelli, Paolo Sambusiti, Alice Campari e Michele Mariani – ha toccato con mano innumerevoli realtà e opere, approfondendo la cultura locale e soffermandosi in particolare nei luoghi dove ha operato per anni l’indimenticato padre Sandro Pizzi, missionario originario di Ricengo.
E proprio al compianto padre Sandro è stata dedicata la giornata di martedì 9 aprile, per quello che – sono parole di Fantoni, con il quale siamo in contatto – “sembra apparentemente un viaggio della memoria, mentre al contrario è proprio quel passato che ci proietta nel futuro, dandoci tante ragioni per sperare”. Nella sua ‘missione’ in terra africana, infatti, il gruppo cremasco s’è recato a Opit, “il cuore del nostro viaggio, la radice del nostro impegno pluriennale e che dà senso al nostro trovarci qui, oggi”, rileva ancora Fantoni.
Il direttore del Centro Missionario Diocesano ci racconta della visita. “La chiesa, dove ha celebrato tante volte la Messa padre Sandro Pizzi, si staglia chiara ma non imponente su un grande spiazzo, come chiaro, ma non ingombrante, né vistoso, è il suo ricordo in tutti coloro che lo hanno conosciuto o che in qualche modo ne hanno memoria. Ci accoglie padre Robert, il missionario comboniano parroco di Opit. È coadiuvato da un altro missionario che, pur avendo 93 anni, è ancora attivo”.
Padre Rober ha subito portato gli amici cremaschi a visitare la chiesa. “A prima vista ci sembra grande e spaziosa – osserva Fantoni – ma padre Robert ci confessa che oggi non riesce più a contenere i fedeli che vogliono partecipare alle funzioni, tanto che quasi la metà è costretta a stare fuori. Usciti da una porta laterale arriviamo immediatamente alla tomba di padre Sandro: è disposta di fianco alla chiesa sotto un’alta e ombrosa pianta di jacarandá, la stessa dove padre Sandro amava meditare e riflettere. Sostiamo a lungo in preghiera e la commozione è palpabile in tutti noi. C’è una fotografia sulla tomba che ritrae padre Sandro a Crema con alle spalle la chiesa della Santissima Trinità”.
Opit, dove ha operato il missionario ricenghese, è una grande parrocchia, situata 40 km a Nord-Est di Gulu. Conta 50 cappelle (e relative comunità) che compongono la parrocchia. “Sono 50.000 i cristiani di Opit. Tanti – spiega Fantoni – al punto che tra poco tempo si procederà a sdoppiare la parrocchia. Intanto, sono ancora visibili le tracce della guerra. Abbiamo poi visitato due comunità rurali che hanno saputo sfruttare al meglio gli aiuti ricevuti dall’Associazione padre Sandro Pizzi di Ricengo”.
Nei giorni precedenti la visita a Opit, il gruppo cremasco ha consegnato dei fondi alle rappresentanti dell’Associazione delle Donne Schiave Soldato da parte di Atim (Nata lontano da casa), l’Associazione fondata da Alice Campari per sostenere progetti in Uganda. Ha poi visitato la Cooperativa Wawoto Kacel (Camminiamo insieme) – che offre un lavoro a donne segnate dalla guerra, dalla violenza, dalla malattia, dalla disabilità e solitudine – un asilo, un mercato e il St. Mary Lacor Hospital.