“La libertà di scelta e la parità sono elementi fondamentali per dare la possibilità ai genitori di scegliere la scuola che ritengono più opportuna.” Chiara la posizione del presidente della Lombardia avv. Attilio Fontana, in vista dell’abolizione della discriminazione ancora in atto oggi per cui i genitori che iscrivono i figli alle scuole paritarie devono pagare una ulteriore retta, dopo aver regolarmente versato le tasse allo Stato.
È stato il tema centrale di due Convegni sulla scuola paritaria celebrati sabato a Milano, presso il teatro Guanella e domenica a Vigevano presso il teatro Cagnoni, il primo organizzato dall’Associazione vita consacrata in Lombardia, il secondo dalla Fondazione Giovanni Paolo II, con la condivisione di tutte le associazioni per la scuola presenti in Lombardia, tra cui la Fidae (Federazione scuole cattoliche), la Fism (Federazione scuole materne) e l’Agesc (Associazione genitori scuole cattoliche)
FONTANA
“Uno dei punti dirimenti per arrivare a questa applicazione – ha continuato il presidente Fontana – è la riforma dell’autonomia che ci vede impegnati e pensiamo di riuscire a concludere nei prossimi mesi: ormai è un cammino avviato in modo irreversibile, per una richiesta che viene dal popolo, mediante un referendum. Il clima è positivo: nel nostro consiglio regionale siamo andati a presentare documenti e risoluzioni a favore dell’autonomia e tutti i partiti si sono espressi favorevolmente.”
Fontana ha infine contestato alcune “false notizie” che tentano di interrompere il processo di autonomia. “Noi operiamo nell’ambito della Costituzione, dove l’autonomia è prevista dall’articolo 116. E non è una secessione dei ricchi dai poveri: noi non chiediamo altro che il trasferimento di una serie di competenze che vengono svolte dallo Stato, con le relative risorse.
Confidiamo di riuscire a concludere questo percorso che consentirebbe al nostro Paese di diventare più equo e solidale.”
Nel convegno di Milano sono intervenuti il prof. Vittore Mariani della Cattolica che ha parlato di educazione a scuola e il vescovo ausiliare di Milano padre Paolo Martinelli che ne ha dato un taglio cristiano. Poi, moderati dal presidente Fidae Lombardia don Giorgio Zucchelli, hanno preso la parola, su varie tematiche, Ernesto Mainardi (Agesc) e Maria Teresa Golfari (Fidae) che hanno parlato della dote scuola. Del modello 0-6 hanno invece riferito Giampiero Radaelli (Fism) e Roberto Pasolini del Comitato Politico Scolastico. Paolo Migliavacca (Diesse) ha parlato di formazione digitale nelle scuole, Paola Guerin (Cdo Opere Educative) e Giulio Massa (Aninsei) del rapporto tra le Associazioni dei Gestori di scuole e l’Ufficio Scolastico Regionale, sottolineando i positivi risultati ottenuti. È toccato infine a Silvio Petteni (Agesc) e Giuseppe Richiedei (Age) affrontare il tema della partecipazione dei genitori negli organismi scolastici.
Il momento clou, le successive relazioni del presidente Lombardia Attilio Fontana, della dott.ssa Carmela Palumbo (capo dipartimento per il sistema educativo di istruzione del Miur), della dott.ssa Brunella Reverberi, (dirigente del sistema educativo e diritto allo studio della Lombardia), del dott. Emanuele Contu (dirigente tecnico per l’Ufficio Scolastico – Lombardia).
Ha concluso il convegno, molto partecipato, suor Anna Monia, referente per la scuola dell’U.S.M.I. Regione Lombardia.
SUOR MONIA
Suor Anna Monia Alfieri, da anni protagonista della diffusione di una cultura della parità scolastica a tutti i livelli e coautrice di un volume sul “costo standard” è stata protagonista anche del convengo che s’è tenuto nel teatro Cagnoni di Vigevano domenica mattina.
“Da anni – ha detto – affronto questo problema: una famiglia ha diritto a una libera scelta educativa, come recita la Costituzione e la Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo. In Italia il diritto teoricamente ce l’ha, ma deve pagarselo: la libertà si paga! La si paga con la retta. Vuoi la scuola paritaria? Te la paghi!” Molto incisivo l’intervento della religiosa che ha continuato: “La Costituzione dice che nessuno va discriminato: ma i docenti che scelgono la scuola statale sono discriminati dalla legge. L’ultima prova è quella del concorsone: possono accedere coloro che hanno lavorato nelle scuole statali per almeno 36 mesi negli ultimi otto anni; pertanto sono esclusi i docenti delle scuole paritarie con una conseguente grave discriminazione professionale!”
“E intanto la scuola statale è in difficoltà: gli alunni scrivono al ministro dell’istruzione italiana per chiedere la carta igienica! Uno studente costa allo Stato 10.000 Euro all’anno. Quello delle paritarie 500. Significa che lo Stato risparmia 9.500 euro all’anno per ogni studente delle paritarie. Sono di fatto finanziatrici dello Stato.”
Tema quest’ultimo toccato anche da Petteni dell’Agesc che ha ricordato come “lo Stato risparmia più di 5 miliardi di euro all’anno grazie alle scuole paritarie!”
Alla tavola rotonda di domenica mattina, moderata dalla giornalista del Corriere della Sera Valentina Santarpia, era presente Luigi D’Alonzo, ordinario di Pedagogia alla Cattolica, che ha svolto il tema: “Lavorare bene a scuola per la libertà del cittadino”. Nicola Stilla (presidente dell’Unione It. Ciechi) ha parlato di inclusione degli alunni svantaggiati, il vescovo di Vigevano mons. Gervasoni di dimensione cristiana dell’educazione.
SILVIA PIANI
Ha partecipato al convegno anche Silvia Piani assessore alla Famiglia della Regione che ha sottolineato come la Lombardia abbia sempre cercato di garantire il più possibile alla famiglia il diritto della scelta scolastica, e si è soffermata sul tema del consenso informato per far sì che i genitori – primi educatori dei loro figli – siano sempre più protagonisti nella scuola.
valentina aprea
Infine l’intervento dell’ex assessore lombardo all’Istruzione Valentina Aprea. Ha sottolineato il tema della sussidiarietà: “In Lombardia – ha detto – il modello politico di organizzazione dei servizi pubblici mette al centro la persona nel determinare le scelta pubbliche. All’interno di questo sistema è stata creata la dote scolastica, la formazione professionale, il sistema sanitario. L’impianto statale non si basa invece sulla sussidiarietà, ma è lo Stato e la burocrazia che decidono per i cittadini.”
di GIORGIO ZUCCHELLI