“Questi incontri non vogliono solamente far conoscere i libri, ma anche gli studiosi di arte.” Così Matteo Facchi, sabato scorso presso la sala rossa di Palazzo Vescovile, ha aperto il primo di altri tre appuntamenti, organizzati da Libreria Cremasca in collaborazione con la Diocesi di Crema. L’iniziativa ha preso l’avvio in un momento particolare per la cultura. A Roma, infatti, sabato 6 ottobre era in corso la manifestazione degli operatori dei beni culturali per rivendicare i diritti della propria professione.I primi ospiti sono stati tre donne: Giulia Benati, Camilla Anselmi e Francesca Janetti Bianchi, storiche dell’arte.
All’inizio un breve momento storico dell’ente. Benati ha infatti preso parola e ha raccontato al pubblico presente che la Fabbrica, fondata da Gian Galeazzo Visconti, è nata nel 1387 con l’idea di costruire una nuova Cattedrale e per due secoli ha lavorato incessantemente. “Nel 1415 questo ente viene ritalinizzato – ha aggiunto Bainchi -. Prima di questa data infatti ci hanno lavorato molti artisti provenienti da ogni parte del mondo. Viene così istituita una vera e propria scuola all’interno della Fabbrica. I posti per prendervi parte sono limitati e dunque i candidati dovevano sostenere un colloquio iniziale improntato principalmente sul fare.” Anselmi ha spiegato infatti che si trattavano delle vere e proprie prove d’ingresso durante le quali sono state create delle opere che tuttora possiamo vedere perchè conservate al Museo.
Non solo storia, ma spazio anche per qualche informazione sulla vita privata delle ospiti. Un momento per comprendere come siano riuscite a entrare nel team del Museo della Veneranda Fabbrica del Duomo. Benati ha spiegato che ha iniziato a lavorarci ancora prima di laurearsi in storia dell’arte e la sua prima mansione è stata quella di occuparsi della sessione didattica. Solo nel 2005 infatti viene designata come il nuovo direttore del Museo. Anche Bianchi e Anselmi, compagne di avventura, iniziano a lavorare ancora prima di laurearsi.
Cosa accomuna queste tre donne oltre al fatto che operino all’interno del Museo? Loro e altre 37 persone, tra cui anche alcuni dottorandi, hanno realizzato “Milano. Museo e tesoro del Duomo. Catalogo generale“. Un lavoro lungo che solo con la passione, il cuore e la competenza sono riuscite a portare a termine.
Il catalogo rappresenta l’allestimento del Museo, chiuso nel 2005 per lavori di manutenzione e riaperto nel 2014, che segue un percorso ad anello. Contiene schede delle opere, esposte in ordine cronologico e che per lungo tempo sono state chiuse in enorme casse mentre si aspettava che gli spazi ospitanti venissero preparati. Le foto che i lettori possono vedere nel libro sono state realizzate tutte da ex novo.
“Molti ci hanno chiesto il motivo per cui il catalogo sia stato pubblicamente solamente nel 2017 – ha aggiunto Benati -. Vorrei sottolineare che le schede erano già pronte nel 2014, ma per le foto si è dovuto attendere l’apertura del Museo perchè alcune opere sono alte 2 metri e solo una volta esposte è stato possibile fotografarle senza problemi.”
Prossimo appuntamento dell’iniziativa è in programma per il 27 ottobre e si parlerà di Grunewald.