PAPA FRANCESCO IN LETTONIA

Dopo la Lituania, papa Francesco ha visitato quest’oggi la Lettonia. L’aereo che portava Francesco è arrivato, proveniente da Vilnius, all’Aeroporto Internazionale di Riga, in Lettonia appunto, alle ore 8.10 locali.

Al Suo arrivo, il Papa è stato accolto dal Presidente della Repubblica Raimonds Vejonis e da due bambini in abito tradizionale che gli hanno donato dei fiori. Il Presidente e il Papa sono poi giunti nel “Salone Bianco” del Palazzo Presidenziale, dove ha avuto luogo la Firma del libro d’onore e lo scambio dei doni.

ALLE AUTORITÀ CIVILI

Dopo un colloquio privato, il Papa e il Presidente hanno raggiunto insieme il salone dove, alla presenza di circa 500 persone, ha avuto luogo l’incontro con le autorità, la società civile e il corpo diplomatico.

Papa Francesco, citando la sua esortazione apostolica Evangelici gaudium, ha esortato le autorità a “imparare a “puntare più in alto di noi stessi e dei nostri interessi particolari” per trasformare in solidarietà la comprensione e l’impegno reciproci. Così si fa la storia, e i conflitti e le tensioni “possono raggiungere un’unità multiforme che genera nuova vita”.

Congedatosi, il Santo Padre si è trasferito, alle ore 10.00 locali, al Monumento della Libertà a Riga. Ha posto una corona di fiori davanti al Monumento. Quindi, assieme al Presidente, il Papa si è soffermato per alcuni istanti in silenzio.

L’INCONTRO ECUMENICO

Secondo appuntamento, alla cattedrale luterana di Santa Maria (Rigas Doms) per un incontro ecumenico. Accolto all’ingresso principale dall’Arcivescovo luterano di Riga, alle ore 10.40 locali, ha salutato i dieci capi delle principali denominazioni cristiane. Erano presenti anche il Metropolita ortodosso Aleksandrs Kudrjasovs e l’arcivescovo di Riga, mons. Zbignevs Stankevics.

Dopo l’esecuzione dei canti d’ingresso e la venerazione alla tomba di San Meinardo, l’arcivescovo Janis Vanags ha rivolto al Papa un indirizzo di saluto. Dopo le letture, il Santo Padre ha pronunciato il Suo discorso.

Essere “discepoli missionari” del Signore “in mezzo” al mondo in cui viviamo. Questa la sua esortazione ai fedeli delle diverse Chiese cristiane della Lettonia, che rappresentano circa il 60% della popolazione.

La Preghiera ecumenica è poi continuata con il canto e la processione dei bambini con le candele al fonte battesimale, con la preghiera dei fedeli, la recita del Padre Nostro e il segno della pace.

NELLA CATTEDRALE CATTOLICA

Dopo, la cattedrale luterana, è giunto il momento di quella cattolica di San Giacomo, dove papa Francesco è arrivato alle ore 11.30 locali. Saluto di benvenuto dell’arcivescovo di Riga, mons. Zbignevs Stankeviès, e il Pontefice che ha proseguito nel solco delle parole del presule, dedicate ai tanti anziani presenti: uomini e donne che hanno vissuto la seconda guerra mondiale e poi il tempo in cui imperava “l’ideologia ateistica con tutte le minacce e le restrizioni”; uomini e donne che hanno “subito le repressioni politiche, che sono state perseguitate ed esiliate per la fede in Cristo”.

“Voi qui presenti – ha aggiunto – siete stati sottoposti ad ogni sorta di prove: l’orrore della guerra e poi la repressione politica, la persecuzione e l’esilio. (…) E siete stati costanti, avete perseverato nella fede!”.

Dopo la recita del Padre Nostro e la benedizione finale, lo scambio dei doni.

Successivamente, il Papa si è recato a piedi alla Casa della Santa Famiglia a Riga dove ha pranzato con i Vescovi della Conferenza Episcopale di Lettonia. 

AL SANTUARIO DI ANGLONA

L’ultimo appuntamento in Lettonia, alle ore 15.45 locali, al Santuario Internazionale della Madre di Dio di Aglona. Qui papa Francesco ha celebrato la Messa. Aglona è una cittadina nota proprio grazie alla presenza di questa Basilica, fondata nel 1700 dai frati domenicani e alla quale Giovanni Paolo II ha assegnato il titolo di “Basilica minor”. Un Santuario nel quale si venera l’icona della Madre di Dio di Aglona. È un centro nevralgico della devozione dei lettoni alla Vergine, in un Paese che ha conosciuto sia l’oppressione nazista che quella comunista, tornando ad essere indipendente nel 1991. Sotto il regime comunista quasi il 40 per cento dei sacerdoti fu ucciso o imprigionato. Ma la devozione verso questo Santuario non è mai venuta meno tanto che oggi vi arrivano fedeli da ogni parte del mondo.

Proprio a Maria è dedicata tutta l’omelia del Papa. Maria che sta “saldamente in piedi”, “inchiodata ai piedi della croce”, accanto a suo Figlio, come è vicina a coloro dai quali il mondo fugge, anche a “quelli che sono processati, condannati da tutti, deportati”. Una vicinanza che non è per una breve visita o per un “turismo solidale”. Per questo occorre che “coloro che patiscono una realtà di dolore ci sentano al loro fianco”, in modo che  “tutti gli scartati della società possono fare esperienza di questa Madre delicatamente vicina, perché in chi soffre permangono le piaghe aperte del suo Figlio Gesù”. 

Al termine della Santa Messa, dopo l’indirizzo di saluto di S.E. Mons. Janis Bulis, il Papa ha rivolto a tutti i fedeli presenti delle parole di ringraziamento. Quindi, dopo l’omaggio alla Vergine e la Benedizione finale, si è trasferito in auto all’eliporto di Aglona per la cerimonia di congedo dalla Lettonia.