ll Gruppo per il Ciad di Crema è nato nel 1974 all’interno del gruppo parrocchiale giovanile di S. Pietro, durante un campo scuola a Sant’Egidio (Bg), come aiuto concreto per i poveri del Terzo Mondo. Erano gli anni dell’entusiasmo conciliare che, nel Gruppo di San Pietro guidato da don Giorgio, si concretizzava in diverse iniziative, compresa quella dell’apertura alle missioni.
Il Gruppo venne in contatto con il dott. Virgilio Dominoni, missionario laico in Ciad (da cui il nome del gruppo, e sceglielse, dietro sua esplicita richiesta, un’attività abbastanza inusuale: inviare farmaci al suo ospedale africano. Il gruppo si organizzò per raccogliere campioni presso i medici di base (a quei tempi molto abbondanti), confezionarli adeguatamente e spedirli in Ciad. La sede operativa del gruppo era nell’antico chiostro di Santa Chiara che era anche la “casa” di giovani di San Pietro.
Essendo poco conosciuti, all’inizio i giovani sono stati costretti a contattare, oltre ai nostri, anche medici delle province limitrofe a Crema per raccogliere campioni sufficienti al bisogno.
Dopo soli tre anni dalla costituzione, il peso della responsabilità e dell’organizzazione venne affidato direttamente ai membri del gruppo, per essere il più possibile vicini ai missionari e credibili alla gente.
Dopo soli tre anni dalla costituzione, il peso della responsabilità e dell’organizzazione venne affidato direttamente ai membri del gruppo, per essere il più possibile vicini ai missionari e credibili alla gente.
Data la gran mole di lavoro per smistare, selezionare, controllare le scadenze di molti sacchi di campioni raccolti, anche un gruppetto di seminaristi, per un decennio circa, settimanalmente dava un aiuto concreto. Con il passare degli anni, dopo vari ricambi di persone – tranne il sottoscritto – e grazie al sostegno di diverse parrocchie, il gruppo è diventato diocesano.
Per cercare di rispondere concretamente alle drammatiche lettere che arrivavano (e che purtroppo continuano ad arrivare) e per poter garantire continuità negli aiuti si è dato il massimo: dal contatto con le case farmaceutiche (negli anni ‘80 e ‘90 rispondevano positivamente, anche più volte in un anno!) alla lunga e faticosa ricerca per trovare latte in polvere per i malnutriti e farmaci per malattie tropicali; dalla richiesta di fondi presso diverse banche alla ricerca di mezzi di spedizione appropriati per ogni missione (via postale, con container o volo organizzato).
Si deve anche affermare che negli anni i sostenitori sono aumentati, permettendo di acquistare sempre più i farmaci richiesti, ormai la totalità di quelli spediti, perché negli ultimi 15/20 anni i campioni gratuiti, specialmente quelli utili all’Africa, sono rarissimi e le stesse Case Farmaceutiche in seguito non risposero più alle richieste di aiuto.
Il Ciad è un punto di riferimento per la diocesi in questo campo, lo dimostrano le numerose lettere o richieste inviate dai missionari a don Gino Mussi, allora Responsabile Ufficio Missioni.
Quindi, da una, le missioni servite sono diventate via via circa una decina, sparse in sette/otto Paesi: si cerca, nel limite del possibile, di aiutare tutti. E il lavoro diventa sempre più difficile e impegnativo.
Quindi, da una, le missioni servite sono diventate via via circa una decina, sparse in sette/otto Paesi: si cerca, nel limite del possibile, di aiutare tutti. E il lavoro diventa sempre più difficile e impegnativo.
Inizialmente, infatti, l’acquisto dei medicinali che occorrevano era semplice e privo di vincoli burocratici; dal 1999, invece, per ogni richiesta di materiale bisognava compilare un ordine, specificando la destinazione, e inviare una copia del bollettino di spedizione via fax alla Cooperazione I.S.I. presso la quale si era fatto l’acquisto. Questo per dimostrare l’avvenuta spedizione della merce all’indirizzo segnalato in fattura. Per questi motivi si è dovuto acquistare un fax e dotarsi di un computer.
Purtroppo, causa la crisi economica, ma soprattutto il restringimento di alcune norme per l’acquisto dei farmaci, si è assistito dal 2016 al lento quanto inesorabile declino, diventato fallimento della Cooperativa stessa, che di fatto ha creato un grosso problema.
Dopo otto mesi di lunga e faticosa ricerca di contatti con varie case farmaceutiche, ad aprile 2018 finalmente è stata trovata una ditta di farmaci generici disposta a vendere i propri prodotti al gruppo. Ed è partito subito un ordine. Mentre per i farmaci specifici, invece, si rivolge alla Farmacia Dott. Bertolini di Crema che oltre a venderci i farmaci è stata di supporto fondamentale per gli acquisti dalla Baxter. Mentre nel Cremasco aiutano la Farmacia Dott. Zambiasi (Trescore Cr.) e la Farmacia Dott. Massari (Fiesco) con donazione di campioni.
I VARI SPOSTAMENTI
Verso la fine degli anni ‘80 è iniziato un lungo peregrinare del Gruppo con diversi traslochi, in altre parrocchie, finché la Fondazione S. Panteleone ha assegnato dietro un’ovvia richiesta, nel 2003, un ampio spazio all’interno della Casa della Carità, dove si lavora meglio anche per la collaborazione dei membri della Caritas stessa.
Nel 2005 dalle mani del Vescovo Oscar Cantoni è stato consegnato il Premio della bontà notte di Natale.
Verso la fine degli anni ‘80 è iniziato un lungo peregrinare del Gruppo con diversi traslochi, in altre parrocchie, finché la Fondazione S. Panteleone ha assegnato dietro un’ovvia richiesta, nel 2003, un ampio spazio all’interno della Casa della Carità, dove si lavora meglio anche per la collaborazione dei membri della Caritas stessa.
Nel 2005 dalle mani del Vescovo Oscar Cantoni è stato consegnato il Premio della bontà notte di Natale.
Da circa dodici anni si è aperta una collaborazione con il Gruppo India di Roma, legato ai Gesuiti, che stanzia fondi per l’acquisto di farmaci e latte in polvere da spedire in Sudan tramite valigia diplomatica. Questo perché c’era e c’è ancora “l’Unita di crisi in Sudan” per la guerra. Erano due/tre spedizioni annue di circa due bancali ciascuna.
Dopo la riforma Monti, invece della via Aerea, il governo ha optato per il più conveniente Container, per il gruppo molto difficile da gestire, perché i tempi per consegnare circa 6.000 euro di farmaci erano e sono troppo lunghi rispetto al breve tempo da quando avvisano a quando parte! Da due anni non sono più partiti container alla volta di Khartoum, quindi i pochi farmaci che servono per lo più ai missionari, vengono spediti ai Comboniani di Roma, dove chi rientra li porta in missione.
Dopo la riforma Monti, invece della via Aerea, il governo ha optato per il più conveniente Container, per il gruppo molto difficile da gestire, perché i tempi per consegnare circa 6.000 euro di farmaci erano e sono troppo lunghi rispetto al breve tempo da quando avvisano a quando parte! Da due anni non sono più partiti container alla volta di Khartoum, quindi i pochi farmaci che servono per lo più ai missionari, vengono spediti ai Comboniani di Roma, dove chi rientra li porta in missione.
Per alcuni anni il Gruppo ha sostenuto, in base ai fondi disponibili, anche progetti a distanza dei missionari (come la realizzazione dei pozzi, dei dispensari…), e nel 2006 grazie alla sensibilità dei Cremaschi e all’eco de Il nuovo Torrazzo, sono stati raccolti e stanziati fondi (2.600 euro) per operare al cuore una bambina Indiana, Monica, allora di 14 anni. Venne poi seguita negli anni degli studi: ora, da due anni, è laureata in lingua Inglese, insegnando poco lontano da casa, felicemente sposata.
L’ultima scelta, di un certo spessore, fatta in ordine di tempo, nel 2011, è stata quella di diventare O.N.L.U.S., una scelta difficile soprattutto per le pratiche burocratiche che ha comportato. Ma ormai, senza essere O.N.L.U.S., non erano possibili i vari acquisti dalla Baxter per un antitumorale, alla Farmacia Merloni in Svizzera per un antimalarico, fabbricato in Italia ma non commercializzabile al suo interno, dalla DOC GENERICI per i farmaci generici e dalla Heinz per il latte in polvere. Per poter stare al passo coi tempi era una scelta obbligata. Inoltre si dava ai benefattori la possibilità di detrarre le donazioni dalle tasse.
Il lavoro, cessando la raccolta di campioni, è notevolmente diminuito, perché i farmaci si acquistano dietro richiesta dei missionari. Solo il latte, che viene richiesto da quasi tutte le missioni, viene spedito regolarmente.
In questi 44 anni di servizio ci sono stati momenti di crisi (in un certo periodo eravamo rimasti in tre), superati per la determinazione del capo e, soprattutto, perché il Signore ci è stato vicino. La fede è comune a tutti i membri del gruppo, ma si accolgono anche persone senza nessun credo. L’amore per i più deboli, la costanza e la perseveranza nell’attività sono i punti forti su cui si basa l’impegno.
Ora il gruppo tra alti e bassi conta una decina di membri che instancabilmente si trovano tutti i lunedì sera (straordinari a parte!). Un’ondata di allegria era stata portata quindici anni fa da quattro giovani.
Molti lo considerano un gruppo ormai “superato” perché basato ancora sull’assistenzialismo. In realtà i missionari distribuiscono i medicinali e il latte ai poveri ricevendo in cambio un segno, frutto del loro lavoro. Padre Norberto Stonfer, che in S. Chiara nel 2014, ha celebrato la Messa per i 40 anni del gruppo, ha affermato che l’attività del gruppo è un’opera di Misericordia corporale! Questa particolare attività è necessaria fintantoché le condizioni economico-sociali dei Paesi del Sud del mondo non avranno raggiunto un livello accettabile. Non si può di certo rimanere insensibili alle richieste d’aiuto che giungono numerose, soprattutto perché si riferiscono a farmaci e latte, elementi indispensabili per la sopravvivenza e non facilmente reperibili in quei Paesi.