Un temporale poco prima della Messa non ha impedito alla funzione di essere ben partecipata e organizzata, con anche un organetto e un violino. “Siamo qui per fare memoria di un martire romano del III secolo – ha esordito il Vescovo – che ci ricorda l’attualità e la testimonianza che dobbiamo rendere al Vangelo: la Chiesa senza la testimonianza non è niente. I martiri ci ricordano proprio questo”. Sull’altare con lui il parroco don Piergiorgio Renzi, entusiasta della visita di sua eccellenza. Quintano era stato il primo paese raggiunto da monsignor Gianotti per le Cresime al suo arrivo, una sola settimana dopo l’ingresso in diocesi.
L’assemblea, presente anche il sindaco Emi Zecchini, ha pregato perché ognuno possa realizzare la dimensione di santità cui è chiamato dal Signore, per essere testimone della gloria di Dio.
Commentando le Scritture, il Vescovo s’è soffermato sulla Lettera del profeta Ezechiele: “Un brano complesso, siamo all’epoca dell’esilio babilonese, quando Gerusalemme non era ancora caduta e non tutto era perduto. Dio dà ad Ezechiele il compito di far capire al popolo che ciò avviene per i peccati del popolo stesso”. La riflessione è poi proseguita sul concetto di gloria nella Bibbia: “La gloria di Dio vuole indicare Dio stesso, la Sua gloria lo manifesta. Ezechiele prova a descrivere questa gloria, che non è una realtà statica. Abita nel tempio, ma non rimane lì immobile, lo abbandona per andare a Babilonia: anche Dio va in esilio. Punisce il Suo popolo, ma non lo abbandona. Dio è così vicino al popolo da condividerne anche il peccato”. L’omelia è proseguita presentando un’altra delle “sorprese” – come le ha definite il Vescovo – contenute nel brano: la visione della gloria di Dio è insopportabile, il profeta cade sotto il peso del volto di Dio. Ma Dio dice “figlio dell’uomo ti voglio parlare”: Egli non vuole che l’uomo resti schiacciato sotto la sua Gloria, lo considera qualcuno con cui avere una relazione. “Dio ci vuole come figli, non come estranei. La sua gloria si manifesta in Gesù di Nazareth, la gloria di Dio non è lontana, con Gesù si è fatta vicina. Non c’è contrasto tra essere figli dell’uomo e figlio di Dio”.
Il vescovo Daniele ha spiegato che questa è la condizione dei santi, che non hanno avuto paura di lasciarsi dire da Gesù cosa significhi vivere in pienezza. “I santi sono il riflesso autentico della gloria di Dio. A Sant’Ippolito oggi chiediamo che tutto questo si compia in noi. Anche nella nostra fragilità il Signore ci consente di restare in piedi”.
Al temine della celebrazione don Piergiorgio ha ringraziato il Vescovo per la presenza dopo il lungo cammino coi giovani cui ha partecipato nei giorni scorsi, terminato con l’incontro col Papa. “La invitiamo ancora e promettiamo la preghiera per queste Unità pastorali non facili. Un grazie anche ai presenti e ai volontari della festa”, ha detto il parroco.
Festa che non s’è fermata neppure di fronte alla pioggia, essendo la “zona cena” sotto una grande tensostruttura. L’apertura delle cucine fino al 15 agosto è alle ore 19.30 con prenotazioni dei tavoli al numero 345.4124590. Stasera musica e ballo liscio con Daris, a Ferragosto con Luca, sempre sperando nel bel tempo.