Alla scoperta dei luoghi sacri/5: La Madonna del Bosco

Madonna del Bosco
Il Santuario della Madonna del Bosco visto da lontano
Per il nostro itinerario dei luoghi sacri, oggi, vi consigliamo di visitare Santuario della Madonna del Bosco (Imbersago, Lecco) non per un interesse artistico, ma esclusivamente per vivere un momento di esperienza spirituale in uno dei più conosciuti e più frequentati santuari della Brianza; noto centro di pietà mariana e mèta immerso nel verde dei boschi. È un santuario amato fin dall’infanzia da Giuseppe Roncalli, futuro papa Giovanni XXIII. La sua realizzazione è abbastanza recente ma presenta almeno due elementi interessanti da scoprire.
Vi si arriva comodamente in un’ora di macchina.

 

LE APPARIZIONI
Quando avvenne la prima apparizione della Madonna in questo sacro luogo, era arcivescovo di Milano (il santuario si trova nella diocesi ambrosiana) Federico Borromeo, il cardinale dei Promessi Sposi. E i luoghi dove avvenne la vicenda narrata dal Manzoni non sono molto lontani. Il santuario infatti si trova sul versante destro della valle dell’Adda, a circa 300 metri di altezza. Dal balcone che vi si affaccia si vede il fiume che corre sotto e, dall’altra parte, il celeberrimo Resegone.
La vicenda dell’apparizione coinvolge persone semplici ed umili: alcuni bambini e una mamma. La Madonna si rivolge sempre ai piccoli per portare il suo messaggio!
La tradizione racconta che, il 9 maggio 1617, tre pastorelli erano venuti nella valletta a pascolare le pecore nel bosco di castani, presso una fonte nel luogo dove oggi sorge il santuario. A quei tempi era una zona infestata da lupi e quindi molto pericolosa. Si parlava di una donna meravigliosa che vi appariva da circa due anni.
La videro anche i bambini, quel giorno, sulla cima di un castagno: era una bellissima Signora raggiante di luce! Nel contempo s’accorsero che dagli alberi pendevano ricci con castagne mature, nonostante fosse il mese di maggio. Stupiti le raccolsero e le portarono in paese. La gente pensò subito a un miracolo della Madonna e nella “Valletta del lupo”, com’era chiamata la zona, posero un’immagine della Vergine che venne popolarmente chiamata “La Madonna del Riccio”.
Seguì un altro fatto miracoloso, sempre nello stesso anno, quando una mamma frequentando il luogo con i suoi figli, mentre lavorava filando il lino, uno dei bimbi si allontanò e incappò in un lupo che lo addentò. La donna, disperata, invocò la Madonna che le apparve con il bambino Gesù. Il lupo si accovacciò ai piedi della Vergine, lasciando libero il bambino.
I due episodi che accesero la devozione degli abitanti del luogo, sono raccontati nella cripta dell’attuale santuario in una scenografia in stucco, al di là di una cancellata, davanti alla quale si trova la fontana santa. È la “Cappella del miracolo” che venne ben presto costruita, con l’infittirsi dei pellegrinaggi dei devoti, e ancora oggi vi si vede l’altarino con un successivo dipinto di Nicolò Barabino (1832-1891) che raffigura la Madonna con Bambino e angeli.

IL SANTUARIO
La devozione alla Madonna del Bosco cresceva in continuazione, la capelletta non bastava a raccogliere i fedeli. La comunità di Imbersago pensò dunque di erigere un vero e proprio santuario.
Vi si diede inizio nel 1641 e cinque anni dopo era completamente terminato. Il 9 maggio 1646 venne solennemente inaugurato e benedetto dal parroco di Brivio. Era a pianta ottagonale, su disegno dell’ing. Carlo Buzzo.
Il disegno dell’ottagono è frequente in diocesi di Milano. Si rifà infatti a sant’Ambrogio che volle i battisteri ottagonali in quanto – com’egli scrive in una sua lirica – nell’architettura veniva simboleggiato il passaggio alla vita nuova ottenuta nel Battesimo: i sette lati dell’edificio indicano infatti i sette giorni della creazione, l’ottavo quello della risurrezione e della vita nuova. La simbologia passò anche alle chiese, luoghi dove si vive con l’Eucarestia la vita nuova di Gesù risorto.
Il Santuario venne ampliato nel 1677 aggiungendo un secondo ottagono su disegno dell’ing. Francesco Castelli di Perego; sulla fine dell’800 ecco un terzo ottagono, quello dell’altare maggiore, opera dell’ing. G. Santamaria di Milano. Nell’occasione veniva collocata, sull’altare maggiore, la statua in legno della Vergine, opera della ditta Nardini di Milano. Questa insistenza sull’ottagono è significativa e certamente non casuale. Il Santuario armonizzato all’esterno come un unico edificio, è preceduto da un bel portico. Alla ricordata cripta si accede scendendo la prima rampa della Scala Santa.
Quest’ultima è la caratteristica principale della Madonna del Bosco, difficile da dimenticare. E deriva (questo è il suo secondo segreto) dalla concezione dei Sacri Monti di san Carlo Borromeo. Nei suoi due libri di Istruzioni nei quali applicava all’architettura le scelte del Concilio di Trento, raccomandava che le chiese venissero costruite in località elevata, possibilmente su un’altura (il “Monte di Dio”) e, in ogni caso fossero munite di una scalinata d’accesso di numero dispari di gradini, perché potessero dominare su ciò che le circonda. Anche per questo santuario possiamo citare le parole di Isaia: “Venite, saliamo al monte del Signore, / al tempio del Dio di Giacobbe, / perché ci insegni le sue vie / e possiamo camminare per i suoi sentieri”.
La Scala Santa (come viene chiamata) del Santuario della Madonna del Bosco venne costruita dal 1817 al 1824 su disegno dell’ing. Luigi Rossi. Venne poi rifatta totalmente, perché distrutta da una frana, negli anni 1977 e 1981. Conta 349 gradini e parte dalla provinciale sottostante; nella parte alta si apre in sovrastanti quattro spazi di sosta: nel primo troviamo la statua della Madonna Immacolata; nel secondo la maestosa statua bronzea di san Giovanni XXIII dello scultore Enrico Manfrini di Milano (il patriarca Giuseppe Roncalli incoronò la statua della Madonna del Bosco il 29 agosto 1954); nel terzo la Santa Famiglia; nel quarto l’ingresso alla cappella del miracolo.
Il Santuario è affidato alle cure dei Padri Oblati dell’Istituto di Sant’Ambrogio. Di fianco all’edificio sacro, una bella immagine della Madonna in una solenne nicchia. Più avanti, ambienti di servizio, sala per le confessioni, piccolo museo nel quale troviamo vari ex voto e anche la ricostruzione della camera da letto del card. Schuster, molto devoto alla Madonna di Imbersago. Nel bosco, infine, è possibile anche percorrere e celebrare una Via Crucis.