Papa Francesco ringrazia e saluta i giovani all’Angelus in piazza San Pietro

Il Papa è arrivato in piazza San Pietro, questa mattina attorno alle 12, per il suo secondo bagno di folla tra i giovani dopo l’incontro di ieri al Circo Massimo, con la Veglia di preghiera per il Sinodo che comincerà ad ottobre.

Poco prima della benedizione finale, il card. Bassetti ha concluso la messa ringraziando tutti coloro che hanno reso possibile questa “due giorni” romana dei giovani con il Papa. “Sapete bene che dal niente non viene niente e che tutte le cose devono essere preparate con cura”, ha detto rivolgendo “un grazie particolare al segretario generale Cei, alla Segreteria generale, all’Ufficio per la pastorale giovanile e a tutti gli uffici che hanno collaborato all’esito di questa giornata. “Prima delle benedizione – ha detto ancora Bassetti rivolgendosi ai giovani – vi faccio un augurio, e penso di interpretare pensiero tutti i vostri vescovi e il Santo Padre che ieri sera vi ha parlato di testimonianza”. Il presidente della Cei ha utilizzato le parole del Vangelo: “E così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre che è nei cieli”.

“Grazie per averci accolti! Lei sa che i nostri giovani – e con loro tutta la Chiesa italiana – le vogliono davvero bene!”

Con queste parole il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, ha salutato il Papa, arrivato in piazza San Pietro per la recita dell’Angelus a conclusione della messa e della “due giorni” di incontro dei giovani italiani con Francesco. “Siamo venuti qui per incontrarci con Lei che ci ha chiamati nel tempo in cui tutta la Chiesa è convocata per un Sinodo dei giovani”, ha esordito il cardinale. “Le mille strade percorse, come ogni strada di questo mondo, sono state teatro di cose straordinarie”, il bilancio dei pellegrinaggi diocesani stilato dal presidente della Cei: “Domande profonde, a cui rispondere per noi adulti qualche volta non è facile, ma che nei passi dei ragazzi sono state custodite nel profondo”. “Soprattutto, le strade percorse sono state teatro di una grandissima e straordinaria trama di relazioni e di incontri”, ha testimoniato Bassetti: “Questi ragazzi hanno saputo intessere legami bellissimi, incontrare il vicino e il diverso scoprendolo come un amico e non come un concorrente pericoloso. Ci sarebbero storie da raccontare e non lo posso fare: non solo per ragioni di tempo, ma anche per una questione di pudore, perché sono talmente belle da non poter essere esibite”.

“Questi ragazzi – ha proseguito tracciando un bilancio dei pellegrinaggi che li hanno condotti a Roma – hanno scoperto di vivere in un Paese pieno di storia, di arte e di bellezza che ancora continua nell’opera delle tante persone di buona volontà, che scrivono pagine di impegno e responsabilità. Il dialogo tra le figure di Santi e i testimoni è stata l’occasione per vedere il Vangelo seminato nel cuore degli uomini e nei loro gesti. Abbiamo ricevuto e seminato speranza”.

“Da questa piazza ora ripartiremo, ma non ripartiremo da soli”, ha annunciato Bassetti: “In Lei, Santità, riconosciamo il volto di tutti i testimoni della fede in Cristo: Pietro, gli apostoli e tutti i santi e le sante che hanno vissuto e annunciato il Vangelo. È stato bellissimo sentire il suo cuore di Padre che ci ha atteso e consolato; magari anche scosso e provocato: conoscendola abbastanza bene, ce lo aspettavamo che ci provocasse…”. “Ci aiuti a tornare a casa: è la parte più difficile”, la richiesta del presidente della Cei a Francesco: “Siamo andati per campi, come gli antichi pellegrini, per poter tornare a casa e abitare il nostro mondo con il cuore rinfrancato da un’esperienza di fraternità. Vogliamo che il tempo della memoria si trasformi nel tempo della responsabilità generosa, di nuove alleanze fraterne per compiere quelle grandi cose che sono state raccontate durante il viaggio e che ci hanno fatto sussultare, come solo la Verità può fare”.

LE PAROLE DEL PAPA

“Rinunciare al male significa dire no alle tentazioni, al peccato, a satana”. Lo ha detto il Papa, durante l’Angelus, eccezionalmente recitato dal sagrato della piazza, invece che dalla finestra del palazzo apostolico, in omaggio alle decine di migliaia di giovani italiani che sono venute a Roma per incontrarlo, in vista del Sinodo di ottobre. 90mila i fedeli presenti oggi in piazza San Pietro. “Per non rattristare lo Spirito Santo, è necessario vivere in maniera coerente con le promesse del battesimo, rinnovate nella Cresima”, ha spiegato Francesco, che “hanno due aspetti: rinuncia al male e adesione al bene”. “In maniera coerente, non con ipocrisia”, ha aggiunto a braccio: “Il cristiano non può essere ipocrita, deve vivere in maniera coerente”. “Più in concreto – ha spiegato Francesco – significa dire no a una cultura della morte, che si manifesta nella fuga dal reale verso una felicità falsa che si esprime nella menzogna, nella truffa, nell’ingiustizia, nel disprezzo dell’altro”. “La vita nuova che ci è stata data nel Battesimo, e che ha lo Spirito come sorgente, respinge una condotta dominata da sentimenti di divisione e di discordia”, ha ammonito il Papa: “Per questo l’Apostolo Paolo esorta a togliere dal proprio cuore ogni asprezza, sdegno, ira, grida e maldicenza con ogni sorta di malignità. Questi sei elementi o vizi che turbano la gioia dello Spirito avvelenano il cuore e conducono ad imprecazioni contro Dio e contro il prossimo”.

È necessario fare il bene

“Non basta non fare il male per essere un buon cristiano; è necessario aderire al bene e fare il bene”. Ha ribadito il Papa. “Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo”. “Tante volte – ha raccontato Francesco – capita di sentire alcuni che dicono: ‘Io non faccio del male a nessuno’. E si crede di essere un santo. D’accordo, ma il bene lo fai? Quante persone non fanno male, ma nemmeno il bene, e la loro vita scorre nell’indifferenza, nell’apatia, nella tiepidezza. Questo atteggiamento è contrario al Vangelo, ed è contrario anche all’indole di voi giovani, che per natura siete dinamici, appassionati e coraggiosi”. “Ricordate questo, possiamo ripeterlo insieme”, ha poi proseguito a braccio: “È bene non fare il male, ma è male non fare il bene. Questo lo diceva sant’Alberto Hurtado”.

“Oggi vi esorto a essere protagonisti nel bene!”, ha esortato il Papa: “Non sentitevi a posto quando non fate il male, non basta: ognuno è colpevole del bene che poteva fare e non ha fatto. Non basta non odiare, bisogna perdonare; non basta non avere rancore, bisogna pregare per i nemici; non basta non essere causa di divisione, bisogna portare pace dove non c’è; non basta non parlare male degli altri, bisogna interrompere quando sentiamo parlar male di qualcuno. Fermare il chiacchiericcio. Questo è fare il bene”. “Se non ci opponiamo al male, lo alimentiamo in modo tacito. È necessario intervenire dove il male si diffonde; perché il male si diffonde dove mancano cristiani audaci che si oppongono con il bene, camminando nella carità”. “Cari giovani, in questi giorni avete camminato molto! Perciò siete allenati e posso dirvi: camminate nella carità! Camminate nell’amore. Camminiamo insieme verso il prossimo Sinodo”, l’appello finale: “La Vergine Maria ci sostenga con la sua materna intercessione, perché ciascuno di noi, ogni giorno, con i fatti, possa dire no al male e sì al bene”.

IL SALUTO

“In questi giorni, avete riversato per le strade di Roma il vostro entusiasmo e la vostra fede. Vi ringrazio per la vostra presenza e per la vostra testimonianza cristiana!”. Questo il saluto del Papa alle decine di migliaia di giovani. “In particolare saluto i giovani delle diocesi italiane, accompagnati dai rispettivi vescovi, dai loro sacerdoti ed educatori”. Poi un’aggiunta a braccio: “Ieri, nel ringraziare, ho dimenticato di dire una parola ai sacerdoti, che sono quelli che mi sono più vicini. Ringrazio tanto i sacerdoti, quel lavoro giorno per giorno, la pazienza dei sacerdoti, perché ci vuole pazienza per lavorare per voi. Anche alle suore grazie tante, ho visto tante suore che lavorano con voi”. “Cari giovani, facendo ritorno nella vostre comunità, testimoniate ai vostri coetanei, e a quanti incontrerete, la gioia della fraternità e della comunione ecclesiale che avete sperimentato in queste giornate di pellegrinaggio e di preghiera”, la consegna per il “popolo” giovane.

Francesco ha quindi conferito ai giovani il mandato missionario e ha benedetto i doni che i ragazzi italiani porteranno alla Giornata mondiale della gioventù, in programma a Panama dal 22 al 27 gennaio 2019: il Crocifisso di San Damiano e la Statua della Madonna di Loreto. Quindi il Papa ha poi guidato la recita dell’Angelus e ha benedetto i giovani che, al termine della celebrazione, hanno fatto ritorno nelle proprie diocesi.