Il 1° Maggio aveva quest’anno a tema “La sicurezza: il cuore del lavoro”. E i sindacati territoriali d’intesa con le istituzioni locali han voluto celebrarlo in modo “diverso”, ritrovandosi in un “luogo inconsueto, ma che ha un significato profondo: vogliamo ricordare oltre alle vittime sul lavoro anche le vittime del lavoro – ha sottolineato il sindaco di Capralba, Giancarlo Soldati – quelle colpite durante il tragitto per recarsi o tornare dai luoghi di impiego. E sono tante”.
I sindaci della linea Cremona-Treviglio, insieme a numerosi loro colleghi del Cremasco e contiguo Basso bergamasco, al presidente della Provincia di Cremona e ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali, del Comitato pendolari, delle forze dell’ordine e di alcune associazioni si son infatti ritrovati dapprima alla stazione di Capralba, dov’è stata posata una “pietra d’inciampo” a perenne ricordo di Alessandra Pirri, residente in paese, una delle tre vittime del tragico incidente ferroviario del 25 gennaio scorso a Pioltello. Successivamente le autorità convenute hanno raggiunto, per la gran parte in treno, la stazione di Caravaggio dove s’è svolta analoga cerimonia per Pierangela Tadini e Ida Milanesi.
Nel ringraziare i familiari di Alessandra – il papà Antonino, la mamma Laura e la sorella Jessica – per aver acconsentito la posa della “pietra” in ricordo della figlia partita da questo binario, come ogni giorno, la mattina del 25 gennaio per non farvi più ritorno”, Soldati ha fatto propria la loro volontà “che la tragedia accaduta a Pioltello diventi occasione per un’iniziativa forte e condivisa nei confronti di Trenord, Ferrovie Italiane e Regione Lombardia, per ottenere un servizio che garantisca qualità, sicurezza e dignità a chi ogni giorno fa uso del treno per motivi di lavoro o di studio”.
“Il 1 maggio del 1863, come oggi – ha rammentato – veniva inaugurata la tratta ferroviaria Treviglio-Cremona, una delle prime a essere progettata, finanziata e poi realizzata.”
“Ma, a 155 anni di distanza, la stessa linea, figura tra le ultime posizioni di classifica per la qualità del servizio offerto”, ha evidenziato con forte rammarico. “Ritardi, soppressioni, mancata informazione, passaggi a livello che non si chiudono o si aprono, coincidenze saltate, materiale rotabile vetusto e scadente”, ha elencato. Aggiungendo poi “il nodo ‘sicurezza’, che va garantita attraverso una manutenzione costante, non gestita al risparmio o episodica”.
“Queste ‘pietre’ poste nelle stazioni di Capralba e Caravaggio a ricordo delle tre vittime di Pioltello – ha ribadito Soldati con fermezza – devono essere un monito e sollecitano il nostro impegno a continuare quell’azione comune, da noi avviata, per ottenere dai gestori interventi precisi e verificarne la puntuale attuazione. Lo dobbiamo ad Alessandra Pirri, Ida Milanesi e Pierangela Tadini, ai tanti feriti nel corpo e nell’anima con cicatrici difficilmente rimarginabili.”
“Una sfida che va portata avanti tutti insieme: istituzioni, organizzazioni, stampa e cittadini, per evitare che le istanze, se inascoltate, si trasformino in esasperazione e disperazione. Perché non accada mai più – ha scandito con forte determinazione – che chi sale su un treno qualsiasi a Capralba o a Caravaggio, all’alba di un giorno qualsiasi, debba vedere troncati i suoi giorni in un modo così assurdo e doloroso.”
Ha quindi concluso esprimendo “vicinanza e solidarietà ai familiari delle vittime e dei feriti, perché sia fatta chiarezza sulle cause e sulle responsabilità dell’incidente e sia fatta vera giustizia”.
Nello scoprire la “pietra”, la mamma Laura ha gridato accorata: “Per non dimenticarla, perché tutti hanno il diritto di poter andare a lavorare e poter tornare a casa, nel proprio nido, dai propri cari”.
Il parroco don Emanuele Barbieri ha quindi benedetto la pietra, invocando su tutti i presenti la protezione divina.
LA COMMEMORAZIONE A CARAVAGGIO
A Caravaggio, poi, il sindaco Claudio Bolandrini, scoprendo le due “pietre d’inciampo” posate alla stazione per ricordare le due concittadine, Ida Milanesi e Pierangela Tadini, ha sottolineato che “chi al mattino si recherà al lavoro e chi alla sera tornerà a casa, scorgendole, si ricorderà di loro e ricorderà ciò che è accaduto”. Ribadendo a sua volta che “per le istituzioni queste pietre devono essere un impegno, perché sia fatta giustizia e vanga garantito per tutti i cittadini il diritto alla sicurezza”.
Dopo la benedizione delle due pietre da parte del parroco don Angelo Lanzeni tutti i convenuti si sono diretti in corteo a largo Cavenaghi per l’inaugurazione del memoriale: tre rondini in volo – simboleggianti le vittime Pierangela, Ida e Alessandra – con sotto la scritta “per il dolore è abbastanza un minuto”. Installazione realizzata – su disegno di Matilde Valsecchi Banfi, studentessa del liceo artistico Munari di Crema – dalla ditta Cmc Taglio Laser di Bagnolo Cremasco e Simone Dossena fabbro in Farinate.
Qui a nome dei sindacati confederali è intervenuto il segretario generale della Cisl Asse del Po, Giuseppe Demaria, che ha evidenziato come con la crisi, “l’aumento del bisogno e della povertà che determinano anche l’accettazione di lavori pericolosi, con poche tutele, specialmente se si è immigrati con la necessità di regolarizzare la prorpia posizione dimostrando di avere un contratto di lavoro”, si sono purtroppo incrementati gli infortuni e le morti sul lavoro.
Nel riferire d’aver chiesto, come Cgil-Cisl-Uil, l’attivazione di un Tavolo di confronto al presidente della Regione Attilio Fontana, “per definire progetti di prevenzione e per una maggiore valorizzazione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza nelle aziende”, Demaria ha rimarcato con fermezza che “il 1° Maggio deve essere la giornata di più lavoro dignitoso, riconosciuto attraverso un’adeguata retribuzione; la giornata di un lavoro con più partecipazione da parte dei lavoratori e di un lavoro sicuro”.
E, con specifico riferimento alla tragedia ferroviaria di Pioltello, a sua volta ha ribadito come l’incidente abbia “reso evidente l’inadeguatezza sia della rete ferroviaria sia del materiale rotabile che nella nostra Lombardia, il motore e il traino del nostro Paese, ogni giorno sono utilizzate da centinaia di migliaia di pendolari”.
“Non vogliamo e non possiamo pensare – ha sostenuto con determinazione – che tutto ciò sia accaduto per caso, e non vogliamo neanche pensare che quanto accaduto si possa dimenticare. O peggio non vorremmo che arrivasse alla conclusione che i continui taglio ai costi possano aver prodotto effetti negativi sulla sicurezza.”
È seguita la toccante testimonianza di Stefania Soresinetti, del Comitato pendolari cremaschi, che ha sottolineato come dallo scorso 25 gennaio “tutto è cambiato per Alessandra, Ida e Pierangela, ma anche per noi prendere il treno ha un significato diverso”. Per “il silenzio che cala nel vagone”, ogni volta che si passa dal punto del deragliamento, con la quarta carrozza su cui viaggiavano le tre vittime rimasta lì; per il “senso di comunità che lega i pendolari in una sorta di famiglia, segnato irreparabilmente dalla tragedia”.
E ha concluso riaffermando accorata la necessità di “insistere perché non si deve dimenticare, per cercare la verità e che non si ripeta mai più il 25 gennaio”.
Le ha fatto eco un rappresentante del Comitato Viareggio, che nel portare “l’abbraccio forte e caloroso ai familiari che hanno perso i loro cari in questo ennesimo incidente ferroviario”, ha espresso esplicitamente “la rabbia perché Viareggio poteva essere evitato così come Pioltello”.
È quindi intervenuto il sindaco di Caravaggio, Claudio Bolandrini, che ha ripercorso i momenti concitati e drammatici di quella mattina, in cui era coinvolto per la presenza sul treno di sua sorella, fortunatamente scampata, e poi per tragica realtà di due concittadine perite. Ribadendo con forza e determinazione la volontà a fare chiarezza e ottenere giustizia.