IL COMUNICATO
“Il Santo Padre Francesco ha accettato la rinuncia di Mons. Dario Edoardo Viganò, Prefetto della Segreteria per la Comunicazione (SpC)”. Lo rende noto il direttore della Sala Stampa, Greg Burke. “Fino alla nomina del nuovo Prefetto, la SPC sarà guidata dal Segretario del medesimo Dicastero, Mons. Lucio Adrián Ruiz”. Dopo il pasticcio della lettera del papa emerito Benedetto XVI, pubblicata parzialmente e, solo dopo le polemiche, resa nota nella sua integrità, mons. Viganò ha eciso di dimettersi da prefetto della Segreteria per la Comunicazione (SpC), in una lettera di rinuncia indirizzata a Papa Francesco.
LE DIMISSIONI
“In questi ultimi giorni si sono sollevate molte polemiche circa il mio operato che, al di là delle intenzioni, destabilizza il complesso e grande lavoro di riforma che Lei mi ha affidato nel giugno del 2015 e che vede ora, grazie al contributo di moltissime persone a partire dal personale, compiere il tratto finale. La ringrazio per l’accompagnamento paterno e saldo che mi ha offerto con generosità in questo tempo e per la rinnovata stima che ha voluto manifestarmi anche nel nostro ultimo incontro. Nel rispetto delle persone, però, che con me hanno lavorato in questi anni e per evitare che la mia persona possa in qualche modo ritardare, danneggiare o addirittura bloccare quanto già stabilito del Motu Proprio L’attuale contesto comunicativo del 27 giugno 2015, e soprattutto, per l’amore alla Chiesa e a Lei Santo Padre, Le chiedo di accogliere il mio desiderio di farmi in disparte rendendomi, se Lei lo desidera, disponibile a collaborare in altre modalità”. Credo che il “farmi in disparte”, aggiunge mons. Viganò, “sia per me occasione feconda di rinnovamento o, ricordando l’incontro di Gesù con Nicodemo (Gv 31,1), il tempo nel quale imparare a ‘rinascere dall’alto’”. Del resto, “non è la Chiesa dei ruoli che Lei ci ha insegnato ad amare e a vivere, ma quella del servizio, stile che da sempre ho cercato di vivere”.
ACCETTATE DAL PAPA
“Dopo aver a lungo riflettuto e attentamente ponderate le motivazioni”, “rispetto la sua decisione e accolgo, non senza qualche fatica, le dimissioni da Prefetto”. Così Papa Francesco nella lettera di risposta alla rinuncia presentata da mons. Dario Edoardo Viganò. “Le chiedo di proseguire restando presso il Dicastero, nominandola come Assessore per il Dicastero della comunicazione per poter dare il suo contributo umano e professionale al nuovo Prefetto al progetto di riforma voluto dal Consiglio dei Cardinali, da me approvato e regolarmente condiviso. Riforma ormai giunta al tratto conclusivo con l’imminente fusione dell’Osservatore Romano all’interno dell’unico sistema comunicativo della Santa Sede e l’accorpamento della Tipografia Vaticana”, prosegue il Papa. “Il grande impegno profuso in questi anni nel nuovo Dicastero con lo stile di disponibile confronto e docilità che ha saputo mostrare tra i collaboratori e con gli organismi della Curia romana – conclude Francesco – ha reso evidente come la riforma della Chiesa non sia anzitutto un problema di organigrammi quanto piuttosto l’acquisizione di uno spirito di servizio”.
LA VICENDA
La vicenda è nota: durante la presentazione della collana La teologia di Papa Francesco edita dalla Libreria editrice vaticana, è stata resa nota solo la prima parte di una lettera del papa emerito Benedetto XVI, sottacendo una seconda e una terza parte parte in cui papa Ratzinger spiegava il perché di aver declinato l’invito a scriverne un articolo di commento ai testi (non aveva il tempo di leggere tutti i libri) e una terza parte – più delicata – nella quale il papa emerito lamentava che tra i teologi della collana vi fosse anche “il professore Hünermann – scrive – che durante il mio pontificato si è messo in luce per aver capeggiato iniziative anti-papali.”
Mons. Viganò si era giustificato affermando che “della lettera, riservata, è stato letto quanto ritenuto opportuno e relativo alla sola iniziativa, e in particolare quanto il Papa Emerito afferma circa la formazione filosofica e teologica dell’attuale Pontefice e l’interiore unione tra i due pontificati, tralasciando alcune annotazioni relative a contributori della collana. La scelta è stata motivata dalla riservatezza e non da alcun intento di censura. Per dissipare ogni dubbio si è deciso quindi di rendere nota la lettera nella sua interezza”.
LA LETTERA DI BENEDETTO XVI
Pubblichiamo il testo integrale della lettera di Benedetto XVI diffuso dalla Segreteria per la Comunicazione:
“Reverendissimo Monsignore, molte grazie per la sua cortese lettera del 12 gennaio e per l’allegato dono degli 11 piccoli volumi curati da Roberto Repole. Plaudo a questa iniziativa che vuole opporsi e reagire allo stolto pregiudizio per cui Papa Francesco sarebbe solo un uomo pratico privo di particolare formazione teologica o filosofica, mentre io sarei stato unicamente un teorico della teologia che poco avrebbe capito della vita concreta di un cristiano oggi. I piccoli volumi mostrano a ragione che Papa Francesco è un uomo di profonda formazione filosofica e teologica e aiutano perciò a vedere la continuità interiore tra i due pontificati, pur con tutte le differenze di stile e di temperamento.
Tuttavia non mi sento di scrivere su di essi ‘una breve e densa pagina teologica’. In tutta la mia vita è sempre stato chiaro che avrei scritto e mi sarei espresso soltanto su libri che avevo anche veramente letto. Purtroppo anche solo per ragioni fisiche non sono in grado di leggere gli undici volumetti nel prossimo futuro, tanto più che mi attendono altri impegni che ho già assunti.
Solo a margine vorrei annotare la mia sorpresa per il fatto che tra gli autori figuri anche il professore Hünermann, che durante il mio pontificato si è messo in luce per aver capeggiato iniziative anti-papali. Egli partecipò in misura rilevante al rilascio della ‘Kölner Erklärung’, che, in relazione all’enciclica ‘Veritatis splendor’, attaccò in modo virulento l’autorità magisteriale del Papa specialmente su questioni di teologia morale. Anche la ‘Europäische Theolongesellschaft’, che egli fondò, inizialmente da lui fu pensata come un’organizzazione in opposizione al magistero papale. In seguito, il sentire ecclesiale di molti teologi ha impedito questo orientamento, rendendo quell’organizzazione un normale strumento di incontro fra teologi. Sono certo che avrà comprensione per il mio diniego e La saluto cordialmente”.