Marcia e Veglia ieri sera, nell’ambito della Giornata di preghiera e digiuno per la pace, in particolare per il Sud Sudan e la Repubblica Democratica del Congo. L’iniziativa è stata lanciata da Papa Francesco durante l’Angelus di domenica 4 febbraio, proponendola anche ai cristiani delle altre Chiese e ai seguaci delle altre religioni.
La commissione per la pastorale missionaria della diocesi ha colto subito l’invito del papa ed ieri sera alle ore 19, un centinaio di fedeli si sono raccolti in largo Falcone Borsellino, sotto i portici delle ex-Magistrali, dove Enrico Fantoni, il vicesindaco Michele Gennuso, un giovane congolese e poi il vescovo Daniele hanno introdotto l’iniziativa ricordando l’invito del papa a pregare e digiunare per il prezioso dono della pace.
Il corteo ha poi sfilato lungo le vie della città, fino all’oratorio dei Sabbioni dove sono state distribuite fiaccole a tutti i partecipanti. Ultimo tratto di strada per raggiungere la chiesa parrocchiale di Ombriano dov’è iniziata la veglia di preghiera accompagnata dal coro multietnico.
LE PAROLE DEL VESCOVO
All’inizio il vescovo Daniele ha ringraziato tutti di aver raccolto l’invito di Papa Francesco di pregare per la pace e di unirsi ad altri fratelli cristiani e comunità non cattoliche che hanno voluto essere presenti anche ieri sera. In realtà la chiesa era gremita di fedeli. “Tutti ci sentiamo impegnati e partecipi di questo desiderio della pace”, ha detto mons. Gianotti, ringraziando il vicesindaco, le forze dell’ordine, la parrocchia di Ombriano, il Centro Missionario e tutti coloro che hanno organizzato l’iniziativa.
“Cresca in noi il desiderio della pace, si è augurato il vescovo. Teniamo viva l’attenzione su questi popoli: le tante notizie che riceviamo creano un clima di assuefazione e rischiamo di venire anestetizzati nello spirito. Dobbiamo reagire.”
Ha ricordato i nomi di alcuni missionari cremaschi che lavorano in Africa. Si è poi chiesto se non sarebbe stato meglio fare qualcosa di più meditativo per questa giornata. “Ma gli africani – ha detto – anche nelle situazioni più difficili ci insegnano la gioia di vivere. Il camminare parlando tra di noi può essere un segno in questo senso. Quanto oggi di drammatico sta succedendo in Africa è proprio quello di aver spento negli africani la gioia di vivere!”
E che possiamo fare allora? “Una delle cose possibili è la preghiera: crediamo di più nella forza della preghiera. Osiamo una preghiera di più ampio respiro – ha concluso – che si estende alle grandi necessità del mondo!”
La veglia è continuata fra canti africani, letture della parola di Dio e del messaggio di Giovanni Paolo II per la XXXV Giornata Mondiale della pace.
LA TESTIMONIANZA DI JAQUES
È stata ascoltata anche la testimonianza del congolese Jaques Kabongo. “Ho conosciuto l’Italia 1998, ha raccontato. Nel 2009 sono tornato nella Repubblica Democratica del Congo a Kinshasa per creare una scuola materna e primaria. 350 bambini la frequentano. Ma siccome la situazione del Paese è cambiata molto, lo scorso anno ho deciso di tornare in Italia. In Congo non c’è pace e non si può far più nulla.” Ricordando come le forze armate entrano spesso nelle chiese e sparano contro i fedeli, ha concluso: “L’appello del papa è importante. Preghiamo per avere la pace. Il Congo ha perso la sua dignità. Speriamo che questa pace arrivi presto!”
Commovente la preghiera che il predicatore Samuel Matondo a recitato con passione straordinaria per chiedere al “Dio della Gloria” la pace per l’Africa. Il tutto s’è concluso con l’invocazione alla Madonna, regina della Pace.