Donald Trump: a breve l’annuncio ufficiale dello spostamento dell’ambasciata americana da Tel Avuv a Gerusalemme.

Foto di repertorio
Il presidente Usa, Donald Trump, sposta l’ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme. In giornata è atteso l’annuncio ufficiale, anche se la notizia è ormai di dominio pubblico.
Come tutti sanno, lo status di Gerusalemme è quello di una città contesa e la sua rilevanza per le tre grandi religioni monoteiste, Cristianesimo, Ebraismo e Islam, complica non poco i negoziati per una soluzione del conflitto israelo-palestinese.
La parte orientale, che include il Muro del pianto e la Spianata delle moschee – dove si trovano la Cupola della Roccia e la moschea di al Aqsa, luoghi sacri per i musulmani, fu conquistata da Israele durante la guerra dei Sei giorni, nel giugno del 1967. Da allora la maggior parte dei Paesi membri delle Nazioni Unite non riconoscono ad Israele l’annessione di Gerusalemme Est, né riconoscono Gerusalemme come capitale. Per questo motivo la maggior parte delle ambasciate estere in Israele hanno come sede Tel Aviv.
Sarebbe stato lo stesso Trump, secondo l’agenzia palestinese Wafa, a informare della sua decisione il presidente palestinese Abu Mazen (Mahmoud Abbas) che ha ammonito il collega americano dei pericoli di una tale decisione sul processo di pace, sulla sicurezza e la stabilità nella regione e nel mondo. Lo stesso Abu Mazen ha poi parlato al telefono con Papa Francesco – come confermato dal portavoce della Santa Sede, Greg Burke, specificando che la conversazione è avvenuta per iniziativa di Abbas e il presidente russo Vladimir Putin – informandolo sulle minacce per la città di Gerusalemme. Così il Pontefice, oggi, ha lanciato un appello per Gerusalemme: “Non posso tacere la mia profonda preoccupazione per la situazione che si è creata negli ultimi giorni e, nello stesso tempo, rivolgere un accorato appello affinchè sia impegno di tutti rispettare lo status quo della città, in conformità con le pertinenti Risoluzioni delle Nazioni Unite. Gerusalemme è una città unica, sacra per gli ebrei, i cristiani e i mulsumani, che in essa venerano i Luoghi Santi delle rispettive religioni, ed ha una vocazione speciale alla pace. Prego il Signore che tale identità sia preservata e rafforzata a beneficio della Terra Santa, del Medio Oriente e del mondo interno e che prevalgono saggezza e prudenza, per evitare di aggiungere nuovi elementi di tensione in un panorama mondiale già convulso e segnato da tanti e crudeli conflitti”.

Reazioni palestinesill riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele da parte degli Stati Uniti è stato condannato da tutte le fazioni palestinesi che hanno annunciato da oggi a venerdì “3 giorni di collera” per protesta. Intanto il Consolato Usa ha avvertito i cittadini americani presenti a Gerusalemme di evitare spostamenti nella Città Santa e in Cisgiordania in vista delle proteste.
Reazioni dei cristiani – L’arcivescovo Teodosio del Patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme ha dichiarato che la decisione di Trump è “una provocazione al mondo arabo e una violazione dei diritti religiosi e nazionali del popolo palestinese”. Per il reverendo Mitri Raheb, presidente dell’università cristiana Dar al-Khalima di Betlemme, si tratta di un nuovo capitolo che nessuno sa dove condurrà.
Reazioni preoccupate arrivano dalla Comunità internazionale – Il presidente francese, Emmanuel Macron, in una nota, ha ricordato che la questione dello “status di Gerusalemme dovrà essere risolto nel quadro dei negoziati di pace fra israeliani e palestinesi”. Posizione condivisa anche dalla Farnesina: “Non si può retrocedere dalla soluzione a due Stati”. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha avvertito il capo della Casa Bianca che, con la sua decisione, si potrebbe creare una linea rossa per i mulsumani e una possibile rottura delle relazioni diplomatiche della Turchia con Israele.