La parte orientale, che include il Muro del pianto e la Spianata delle moschee – dove si trovano la Cupola della Roccia e la moschea di al Aqsa, luoghi sacri per i musulmani, fu conquistata da Israele durante la guerra dei Sei giorni, nel giugno del 1967. Da allora la maggior parte dei Paesi membri delle Nazioni Unite non riconoscono ad Israele l’annessione di Gerusalemme Est, né riconoscono Gerusalemme come capitale. Per questo motivo la maggior parte delle ambasciate estere in Israele hanno come sede Tel Aviv.
Reazioni palestinesi – ll riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele da parte degli Stati Uniti è stato condannato da tutte le fazioni palestinesi che hanno annunciato da oggi a venerdì “3 giorni di collera” per protesta. Intanto il Consolato Usa ha avvertito i cittadini americani presenti a Gerusalemme di evitare spostamenti nella Città Santa e in Cisgiordania in vista delle proteste.
Reazioni dei cristiani – L’arcivescovo Teodosio del Patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme ha dichiarato che la decisione di Trump è “una provocazione al mondo arabo e una violazione dei diritti religiosi e nazionali del popolo palestinese”. Per il reverendo Mitri Raheb, presidente dell’università cristiana Dar al-Khalima di Betlemme, si tratta di un nuovo capitolo che nessuno sa dove condurrà.
Reazioni preoccupate arrivano dalla Comunità internazionale – Il presidente francese, Emmanuel Macron, in una nota, ha ricordato che la questione dello “status di Gerusalemme dovrà essere risolto nel quadro dei negoziati di pace fra israeliani e palestinesi”. Posizione condivisa anche dalla Farnesina: “Non si può retrocedere dalla soluzione a due Stati”. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha avvertito il capo della Casa Bianca che, con la sua decisione, si potrebbe creare una linea rossa per i mulsumani e una possibile rottura delle relazioni diplomatiche della Turchia con Israele.