Il terrorismo colpisce ancora l’Egitto. “L’attentato di oggi (ieri 24 novembre, ndr) ci lascia tutti costernati. È un fatto terribile che non si può accettare”. Raggiunto telefonicamente dal Sir, mons. Bruno Musarò, nunzio apostolico in Egitto, condanna in maniera ferma e netta il “terribile attentato nel Nord della Penisola del Sinai”. La notizia, spiega il nunzio, “si è diffusa nel primo pomeriggio. Nel villaggio di Bir al-Abed, a ovest della città di Arish, capoluogo del Governatorato del Sinai del Nord, c’è stato un gravissimo attentato, mentre le persone uscivano dalla moschea dopo la preghiera del venerdì. Si parla di circa 235 morti e centinaia di feriti”.
È un “fatto gravissimo”. Sembra che i terroristi, riferisce mons. Musarò, “abbiano collocato degli ordigni artigianali intorno al luogo di culto, facendoli esplodere all’uscita dei fedeli appunto dopo la preghiera del venerdì”. Per il nunzio, “è interessante notare che qui, in Egitto, la prima condanna a questo atto terroristico sia giunta dall’Università islamica al-Azhar”. Intanto, il presidente della Repubblica, Abd al-Fattah al-Sisi, ha dichiarato tre giorni di lutto cittadino. “Insieme con tutte le persone che vanno alla ricerca della pace e della convivenza pacifica – conclude il nunzio – bisogna condannare, ancora una volta ed energicamente, questo orribile attentato, affidare al Signore e alla sua misericordia coloro che hanno perso la vita e pregare perché guarisca presto chi è stato ferito”.
Papa Francesco “è stato profondamente addolorato nell’apprendere della grande perdita di vite umane causata dagli attacchi terroristici alla moschea Rawda nel Nord Sinai”. È quanto si legge nel telegramma di cordoglio per le vittime dell’attentato terroristico avvenuto oggi nella moschea sufi al-Rawda di Bir al-Abed, a ovest della città di Arish, nel Sinai settentrionale, inviato a nome del Santo Padre dal cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin. “Esprimendo solidarietà al popolo egiziano in quest’ora di lutto nazionale”, prosegue il messaggio, il Papa “raccomanda le vittime alla misericordia dell’Altissimo Dio e invoca divine benedizioni di consolazione e pace sulle loro famiglie”. “Nel rinnovare la propria ferma condanna per questo efferato atto di brutalità diretto contro civili innocenti riuniti in preghiera, Sua Santità – conclude il telegramma – si unisce a tutte le persone di buona volontà nell’implorare che i cuori induriti dall’odio imparino a rinunciare alla strada della violenza che porta a così grande sofferenza, per abbracciare la via della pace”.
Parole di “condanna” per “l’attacco terroristico brutale” alla moschea Al Rawdah ad Arish sono state espresse da Tawadros II, il primate della Chiesa copta ortodossa d’Egitto. “La Chiesa rende omaggio ai martiri della patria, pregando Dio che doni ogni consolazione alle famiglie dei martiri e la guarigione ai feriti”, si legge nel messaggio diffuso subito dopo l’attentato. “Preghiamo che la misericordia di Dio si rivolga verso l’Egitto e lo protegga da questo terrorismo brutale che non avevamo mai conosciuto prima e che l’Egitto ha rifiutato con la sua tolleranza e la sua grande civilizzazione”, scrive il papa Tawadros. La Chiesa copta si dichiara solidale “con tutto il popolo egiziano e tutte le sue istituzioni nella guerra contro il terrorismo”. “L’Egitto resterà una fortezza inespugnabile che vincerà tutti i nemici”, conclude il messaggio: “Dio salvi l’Egitto da tutti i mali”.