La Tenenza di Crema della Guardia di Finanza ha dato esecuzione al provvedimento della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Cremona che dispone l’applicazione, nei confronti di Antonio Silvani, della misura di prevenzione patrimoniale della confisca, ai sensi del Codice Antimafia, di 25 unità immobiliari, ubicate nelle Province di Brescia, Cremona, Bergamo e Monza Brianza, 16 autoveicoli/motoveicoli, quote societarie di 2 società nonché delle disponibilità finanziarie e somme di denaro individuate nei rapporti bancari intestati allo stesso artigiano cremasco, ai membri del suo nucleo familiare e a 5 società allo stesso riconducibili.
Il patrimonio confiscato fa parte dei beni già oggetto di sequestro preventivo eseguito a febbraio 2017 nell’ambito dell’operazione che aveva portato le Fiamme Gialle di Crema ad eseguire un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dello stesso Silvani, della figlia e della segretaria. Infatti, l’artigiano, è ritenuto l’organizzatore di un’associazione a delinquere finalizzata all’estorsione, all’evasione fiscale e all’attribuzione fittizia della titolarità di beni con la quale secondo quanto ricostruito dalla GDF avrebbe estorto fin dal 2004 indebiti pagamenti ai propri clienti, nonostante i compensi dovuti fossero già stati saldati ‘in nero’.
Gli altri beni, pur non confiscati, rimangono sottoposti a sequestro nell’abito delle indagini in corso da parte della Procura della Repubblica di Cremona e gravati da atti di precetto e pignoramento da parte dei creditori (per la quasi totalità istituti di credito).
L’ultima operazione delle Fiamme Gialle cremonesi è stata eseguita in funzione delle norme contenute nel D.Lgs. 159/2011, c.d. Codice Antimafia. Alla base del provvedimento vi è l’accertata pericolosità sociale (ricavata dai precedenti penali e di polizia del soggetto) e la sproporzione del patrimonio, direttamente o indirettamente riconducile al soggetto controllato, rispetto a quanto dallo stesso dichiarato al Fisco.
L’attività rientra nella strategia operativa che mira a sfruttare in chiave repressiva tutti gli strumenti tecnico-giuridici forniti dall’ordinamento per assicurare la massima efficacia all’attività di aggressione dei patrimoni illeciti della criminalità organizzata. La ‘confisca di prevenzione’ intervenuta nella data di ieri, mantiene integri i propri effetti anche nel caso di una possibile assoluzione dell’imputato in sede processuale penale in quanto, ad esempio, gli elementi indiziari non siano idonei o sufficienti a fondare l’accusa.
L’operato odierno delle Fiamme Gialle evidenzia come soltanto attraverso l’analisi dei flussi finanziari e la conseguente aggressione dei patrimoni illeciti si possano colpire le organizzazioni criminali nel cuore dei propri interessi economici, patrimoniali e imprenditoriali per restituire alla collettività beni da utilizzare per finalità sociali.