IL VESCOVO DANIELE CELEBRA LE PALME

Tre diaconi che leggono la Passione di Gesù secondo san Matteo, questa mattina in cattedrale: un momento d'eccezione. Verranno ordinati sacerdoti il prossimo 17 giugno e per un po' d'anni un tal grazia del Signore non capiterà più.
Ma la celebrazione della domenica delle Palme in cattedrale, il giorno in cui si ricorda l'ingresso di Gesù in Gerusalemme, salutato dal popolo con le parole “Benedetto colui che viene nel nome del Signore” e agitando rami di ulivo, aveva un altro motivo d'eccezione: era presieduta dal nuovo vescovo Daniele, insediatosi nella nostra diocesi solo la domenica precedente, proprio per poter vivere con noi la grande settimana della passione e della risurrezione di Gesù.
La celebrazione è iniziata alle ore 11.45 nella chiesa di San Bernardino con la benedizione degli ulivi e la lettura del Vangelo dell'ingresso di Gesù in Gerusalemme. Poi il breve corteo preceduto dalla croce verso la cattedrale. Il vescovo Daniele, i concelebranti e tutti i bambini del catechismo della parrocchia della cattedrale portavano in mano vistosi rami d'ulivo.
Ingresso in cattedrale e inizio della celebrazione con la lettura della Parola di Dio e, appunto, della Passione secondo il Vangelo di San Matteo, proclamata dai tre diaconi che indossavano dalmatiche rosse.
Terminata la lettura (vescovo e fedeli si sono inginocchiati al momento in cui il racconto è arrivato alla morte di Gesù sulla croce), mons. Gianotti ha voluto dire brevi parole all'assemblea.
Si è soffermato su in particolare. “Gesù porta con sè i discepoli nell'orto del Getsemani, ha detto. Perché? Non pare che li voglia come testimoni. Gesù piuttosto cerca un sostegno, non vuole stare solo: state con me! Questo 'vegliate con me' è il dettaglio che troviamo solo in Matteo e che diventa significativo se pensiamo che Matteo è l'evangelista dell'Emanuele, il Dio con noi. Egli è sempre con noi. È in quest'ora drammatica Gesù chiede ai suoi discepoli di essere con lui, almeno un'ora.”
E il vescovo ha concluso: “Noi chiediamo grazie a Dio e benedizioni, come simboleggiano anche gli ulivi di oggi, ma spesso i ritmi della vita ci allontanano da Lui: chiediamoci se siamo capaci di stare in po' con il Signore, senza chiedere niente, ma semplicemente per godere della sua presenza! Egli ce lo chiede anche attraverso tante persone che hanno bisogno che noi stiamo con loro 'almeno un'ora' per ridurre la loro solitudine.”