Ieri, in cattedrale alle ore 18, l'Arma dei Carabinieri, ha celebrato la festa della Virgo Fidelis, sua patrona, del 75° anniversario della battaglia di Culqualber. Ha presieduto l'Eucarestia il vescovo Oscar che ha commentato il brano di Vangelo della Crocifissione di Gesù, dove il Re dell'universo viene deriso e schernito dai capi e dai soldati: solo un peccatore, cosciente di essere colpevole gli chiede perdono.
“Dobbiamo essere umili – ha detto mons. Cantoni – sapendo che Dio ci salva non perché siamo bravi o importanti, ma perché ci ama. Affidiamoci totalmente a lui.”
Presenti all'Eucarestia tutti gli alti gradi locali dell'Arma, numerosi amministratori, fra cui Sebastiano Guerini in rappresentanza del sindaco di Crema, tanti cittadini.
Il titolo “Virgo Fidelis” che esprime in tutto significato della vita di Maria e della Sua missione di Madre e di Corredentrice del genere umano affidataLe da Dio, non ha mai avuto una risonanza universale e un culto particolare nella chiesa. Nella liturgia infatti non esiste una speciale festa. Il merito maggiore della diffusione e dell'affermazione del culto alla “Vergine Fedele” è della “Benemerita e Fedelissima” Arma dei Carabinieri d'Italia.
Nell'Arma il culto alla “Virgo Fidelis” iniziò subito dopo l'ultimo conflitto mondiale per iniziativa di S.E. Mons. Carlo Alberto Ferrero di Cavallerleone, Ordinario Militare d'Italia, e di P. Apolloni S.J., Cappellano Militare Capo.
Lo stesso Comandante Generale prese a cuore l'iniziativa e bandì un concorso artistico per un'opera che raffigurasse la Vergine, Patrona dei Carabinieri.
Lo scultore architetto Giuliano LEONARDI rappresentò la Vergine in atteggiamento raccolto mentre, alla luce di una lampada legge in un libro le parole profetiche dell'Apocalisse: “Sii fedele sino alla morte” (Apoc.2,10).
La scelta della Madonna “Virgo Fidelis”, come celeste Patrona dell'Arma, è indubbiamente ispirata alla fedeltà che, propria di ogni soldato che serve la Patria, è caratteristica dell'Arma dei Carabinieri che ha per motto: “Nei secoli fedele”.
L'8 dicembre 1949 papa Pio XII, proclamava ufficialmente Maria “Virgo Fidelis Patrona dei Carabinieri”, fissando la celebrazione della festa il 21 novembre, in concomitanza della presentazione di Maria Vergine al Tempio e della ricorrenza della battaglia di Culqualber.
LA BATTAGLIA DI CULQUALBER
Qualcuno definì il sacrificio dei nostri soldati a Culqualber (nel novembre del 1941) «le Termopili dei Carabinieri». Come in Tessaglia – nel 480 avanti Cristo – dove i trecento spartani guidati da Leonida sacrificarono la vita per difendere la loro patria, i carabinieri nella sella di Culqualber, nella lontana Etiopia, si immolarono per tenere la postazione. Un giornale di allora raccontò l'inferno con queste parole: «I carabinieri di Culqualber rimasero imperterriti al loro posto. Continuarono a combattere per giorni e mesi contro un nemico cento volte più forte e più numeroso, contro un nemico che aumentava continuamente di mezzi e di effettivi, di armi e rifornimenti, mentre loro, gli eroici carabinieri, diminuivano sempre di numero e di forze; ed ogni giorno scemavano per loro a vista d'occhio le munizioni, le provviste, i medicinali; ad ogni attacco i superstiti vedevano assottigliarsi lo stremato battaglione, mancare all'appello altri eroici compagni, altri prodi. Eppure non cedettero: mai. Non pensarono mai che si potesse cedere. Non si arresero né alle minacce né alle lusinghe dell'avversario, sempre più incalzante, sempre più rifornito e imbaldanzito. Sono morti quasi tutti, al loro posto di combattimento e di sacrificio. Sono caduti inchiodati alla consegna, fedeli al giuramento, degni delle fulgide tradizioni dell'Arma fedelissima».