GRANDE FESTA PER I TRE DIACONI

“Rendo grazie al Signore, padrone della messe, che mi concede, come supremo, ultimo atto del mio ministero episcopale a Crema, di donare lo Spirito Santo a questi tre nostri giovani amici: Francesco, Nicholas e Giovanni, che in questi anni si sono preparati all'interno della nostra Chiesa, respirando in essa la gioia di appartenere al Signore, di vivere per la Chiesa, sua sposa, e di servire con larghezza i fratelli con la stessa carità di Cristo.”
Sono le parole di un vescovo Oscar entusiasta, questa sera in cattedrale; davanti a lui tre giovani altrettanto entusiasti di donarsi al Signore e un'assemblea fitta di giovani entusiasti di accompagnare Francesco, Giovanni e Nicolas al sacramento del diaconato.
È stata davvero una serata eccezionale; l'ultima grande festa del vescovo Oscar fra noi, prima del suo saluto alla diocesi, in calendario il prossimo 13 novembre.
Francesco, Giovanni e Nicolas, ormai conosciutissimi nella comunità cristiana cremasca, frutti dell'apostolato vocazionale del vescovo stesso, sabato sera hanno ricevuto il primo grado dell'Ordine sacro, quello del diaconato.
“Servi della carità di Cristo: ecco la missione dei diaconi – ha spiegato mons. Cantoni nell'omelia – figure esemplari di discepoli, posti davanti al popolo di Dio, perché tutti i battezzati si riscoprano testimoni di Gesù, mite adoratore del Padre e umile servitore dei fratelli.”
La liturgia è iniziata alle ore 21, con la processione dall'episcopio alla cattedrale, passando per la porta santa. A concelebrare un gran numero di sacerdoti, alcuni – amici degli ordinandi – anche da altre diocesi . L'ingresso in duomo è avvenuto al canto dell'inno del Giubileo: Misericorde sicut Pater.
La cattedrale era già affollatissima, non poteva cadere in terra neanche uno spillo. S'è iniziato con la liturgia della Parola, con la proclamazione delle letture della domenica XXX del tempo ordinario.
Poi la presentazione dei tre candidati. Il rettore del seminario don Gabriele Frassi li ha chiamati ad uno ad uno (ciascuno ha risposto “Eccomi”) ed ha chiesto al vescovo per loro l'ordinazione diaconale. Mons. Cantoni ha domandato se li riteneva degni. Alla risposta affermativa, ha dato il suo assenso: “Noi scegliamo questi nostri fratelli per l'ordine del diaconato.” E l'assemblea ha acclamato: “Benediciamo il Signore!”
Tutti seduti, ad ascoltare le parole del vescovo. Il quale s'è rivolto ai giovani presenti: “Voi ragazzi, adolescenti, e giovani, loro coetanei, che questa sera siete accorsi numerosi, apprendete dal vivo, cioè dall'esempio di questi nostri tre amici, che cosa significa seguire Gesù nel ministero ordinato.
Guardateli negli occhi! Dal volto lieto di questi nostri tre giovani – ha continuato – tutti si possono rendere conto che c'è gioia nel donarsi al Signore, che è possibile impegnarsi nella vita per servire la comunità cristiana, che il Signore fa sentire ancora la sua chiamata: dolce ed irresistibile insieme; esigente, ma proprio per questo, fonte di consolazione e di pace.”
Per la diocesi di Crema una vera grazia l'ordinazione di tre giovani diaconi che diverranno presto tre sacerdoti, in forza alla comunità dal prossimo settembre.
Mons. Cantoni s'è poi rivolto ai tre candidati: “Voi, futuri diaconi, siete stati pescati dalla rete del Signore con l'amo della sua sorprendente misericordia: le sue reti sono andate misteriosamente stringendosi e voi non avete potuto sottrarvi a questa sua chiamata, perché essa vi ha conquistato e vi ha riempito il cuore!
Per Giovanni, Nicholas e Francesco la chiamata del Signore a seguirlo non è risuonata invano: non è caduta in un terreno arido, ma in un campo recettivo, disponibile. La loro libera decisione ha corrisposto alla grazia!”
Ma la nascita di una vocazione ha bisogno di un terreno fertile. E mons. Cantoni ha voluto sottolineare anche questo aspetto: “La risposta di questi tre giovani amici è però frutto di un clima di Chiesa che ha favorito la percezione della chiamata e la sua maturazione nelle diverse tappe.
Pensiamo innanzitutto alle famiglie da cui essi provengono, primo seminario – ha aggiunto – alle comunità parrocchiali e alle associazioni, in cui essi hanno maturato un cammino di fede, alle attività della pastorale giovanile/vocazionale, alla vicinanza amica di sacerdoti sereni, al clima educativo del nostro Seminario, con i tempi differenziati di crescita nel discernimento vocazionale, nella preghiera, nello studio, nel confronto reciproco, nella condivisione di momenti di servizio pastorale in diversi ambienti: tutto ha contribuito a rendere la risposta personale di questi giovani come un frutto comune, maturato nel tempo, a più voci.”
Poi si è rivolto ancora una volta ai tantissimi giovani che gremivano la cattedrale: “Vorrei che i giovani qui presenti non intravedessero in Nicholas, Francesco e Giovanni degli eroi, difficilmente imitabili, né dei folli, che si inerpicano solitari su terreni impossibili da percorrere da gente normale, ma semplicemente dei giovani del tutto comuni, che in verità dicono con la loro vita che è possibile oggi spendere interamente la vita per Cristo, nella Chiesa, contribuire a creare in essa un clima di famiglia, condividere le espressioni ordinarie della vita di tutti, per portare a ciascuno la gioia del Vangelo, dono di cui tutti abbiamo bisogno per vivere e dare senso compiuto alla nostra vita.
Il mondo di oggi, particolarmente la Chiesa, ha bisogno di giovani che “abbiano sogni” – ha detto con parole commosse e convinte – cioè non si accontentino di una vita mediocre, ripetitiva e senza slancio. Oggi occorrono profeti, guide illuminate e sagge, che sveglino i loro fratelli dal torpore in cui essi spesso languono, che indichino mete per un progresso in umanità, che sappiano additare sentieri nella vita dello Spirito, le vie per una felicità piena, dove tutti si possano riconoscere come fratelli. Eccoli davanti a voi nel fiore della loro giovinezza e con una generosità docile, aperta, cioè, a tutto quello che il Signore vorrà fare di ciascuno di essi, mediante la sua Chiesa sposa.”
E rifacendosi alla parabola del Vangelo appena letto in precedenza mons. Cantoni ha concluso: “Vi chiedo, carissimi amici, alla luce del Vangelo di oggi, di mantenervi umili, perché nessuno è veramente grande davanti a Dio se non sa farsi piccolo. Dio accoglie con amore gli umili, come il pubblicano della parabola di Gesù, che riconosce la propria povertà spirituale e, privo di meriti, si affida alla misericordia di Dio. Non dubitate mai della fedeltà di Dio, ma anche della preghiera fervorosa e costante del popolo di Dio, che prega incessantemente per i suoi pastori.”
Infine uno splendido augurio: “La gioia che sperimentate in questo momento non abbia più fine!”. Palpabile la commozione in tutti i presenti.
Sono seguiti i riti dell'ordinazione. Innanzitutto la dichiarazione di impegni. Il vescovo celebrante ha chiesto ai tre candidati se intendevano assumere gli impegni del diaconato, di servire il popolo cristiano, di annunciare il vangelo, di vivere il celibato. Francesco, Giovanni e Nicolas hanno risposto “Sì lo voglio”, con convinzione, promettendo rispetto e obbedienza al vescovo e ai suoi successori.
A questo punto i tre si sono stesi a terra in mezzo al presbiterio in segno di donazione totale al Signore, mentre l'assemblea cantava le litanie dei santi… con nomi nuovi, come ad esempio i santi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II.
Al termine, il momento clou della celebrazione. In silenzio il vescovo ha imposto le mani sul capo di ognuno dei tre candidati, inginocchiati davanti a lui. È l'antico segno apostolico della consacrazione. Ha fatto seguito la solenne preghiera di ordinazione con l'invocazione allo Spirito Santo.
Ecco, Francesco, Giovanni e Nicolas sono ora diaconi. I loro parroci li vestono con la stola diaconale e la dalmatica. Il vescovo Oscar consegna a ciascuno il Libro dei Vangeli, per essere predicatori della Parola di Dio, e lo abbraccia con grande affetto di padre.
Applausi sinceri.
La celebrazione è continuata con la liturgia eucaristica. I tre diaconi hanno distribuito la comunione a tutti i presenti.
Al termine, foto di rito, abbracci e… tutti al San Luigi dov'era pronto un grande rinfresco ed una mega-torta tagliata assieme al vescovo. Sopra una scritta che è tutto un programma: “Quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili, abbiamo fatto quanto dovevamo fare”.
Auguri di un fecondo apostolato!!