APERTO UFFICIALMENTE L'ANNO PASTORALE

Dopo le due serate di convegno dedicate al tema Per una Chiesa sinodale, ieri sera in Cattedrale a Crema il vescovo Oscar ha presieduto, concelebrando con i sacerdoti della diocesi, la santa Messa d'apertura del nuovo anno pastorale, alla presenza di molti fedeli e laici impegnati provenienti dalle diverse parrocchie.
Nell'omelia, richiamando le Letture proclamate e la raccomandazione di papa Francesco nel Convegno di Firenze, monsignor Cantoni ha ripetuto: “Se la Chiesa non assume i sentimenti di Gesù, si disorienta, perde il senso. Se li assume, invece, sa essere all'altezza della sua missione”.Da qui l'esortazione: “Quanto più noi cristiani contempleremo la forma di vita di Gesù, tanto più essa potrà diventare l'ispirazione guida della nostra esistenza e anche del nostro impegno pastorale. La vita di Gesù è una vita interamente donata a servizio di tutti. Tale deve essere anche la nostra: una vita che si fa carico del peso della comunità cristiana per poter offrire al mondo una parola di speranza e di luce”.
Incominciare un nuovo anno pastorale, ha proseguito il Vescovo, significa attingere dal Signore crocifisso e risorto “la capacità di rinnovare il dono di noi stessi e con la grazia di Dio ritrovare le energie interiori per condividere con i fratelli il cammino della fede, per prendersi a cuore i loro problemi, le loro aspirazioni, per farsi vicini agli abbandonati, ai dimenticati, agli imperfetti, a quanti attendono dalle comunità cristiane segni di gratuità, gesti di vicinanza attenta e premurosa”. Tutto ciò richiede fatica e impegno, ma anche tanta umiltà, stima reciproca, capacità di perdono, desiderio di relazioni nuove, serene e rispettose dell'altro. “Occorre saper inventare – ha detto il vescovo Oscar – quelle 'astuzie della carità' che permettono di scoprire le vie più opportune per riprendere un dialogo forse interrotto, segnato da giudizi che hanno ferito, così da intessere nuove relazioni e riscaldare i cuori”.
Il clima sinodale, che dovrebbe distinguere il cammino delle nostre comunità in questo nuovo anno pastorale, è possibile secondo monsignor Cantoni “solo se si è capaci di mediazione, senza assolutizzare le proprie certezze o appoggiare ostinatamente quelle del nostro gruppo di appartenenza”. Da qui l'invito alla mediazione quale segno “di profonda sapienza”, per camminare veramente insieme. È un compito, ha rilevato il Vescovo, “che si addice innanzitutto ai sacerdoti, perché entrino sempre più in una mentalità sinodale, capaci di camminare da padri e da fratelli con gli altri membri del popolo di Dio, senza rinunciare alle proprie responsabilità, in nome di una falsa idea sinodale che tutti accomuna, ma che poi deresponsabilizza. Chi ha il carisma della sintesi, dopo aver ascoltato attentamente, deve pur indicare degli orientamenti che tutti possono condividere”.
Una richiesta, però, che il Vescovo ha rivolto pure ai laici, “perché nelle parrocchie, nei gruppi di catechismo, negli oratori, nel campo del volontariato, nei diversi momenti formativi sappiate prendere l'iniziativa, senza tuttavia imporvi, senza rivendicare autonomie, con rispetto e diligenza”. È l'arte di cercare insieme ciò che vuole il Signore, “sapendo ascoltare e dare voce alle situazioni ordinarie della gente”.
Se nel brano del Vangelo proclamato la madre dei figli di Zebedeo chiedeva a Gesù di riservare un posto di riguardo ai suoi figli, “nessuno nella Chiesa – ha ammonito monsignor Cantoni – può sovrastimarsi, vantare privilegi, occupare tutti gli spazi, né credersi insostituibile. Una giusta turnazione, magari con qualche passo indietro, favorendo che altri continuino le attività al posto nostro, è un segnale di libertà, da se stessi innanzitutto, e poi una conferma che stimiamo gli altri più di noi stessi. Il primato nella Chiesa non è di colui che esercita qualche forma di potere, ma di chi ama di più, servendo con umiltà e discrezione. Ci aiuti il Signore – ha concluso – a conformarci a Lui e alle sue scelte di vita per essere anche noi testimoni della misericordia del Padre”.
Prima della Messa di ieri sera, come detto, i due precedenti venerdì sono stati dedicati al convegno. Come relatori sono intervenuti il teologo bergamasco don Giovanni Rota e la professoressa Valentina Soncini, segretaria del Consiglio Pastorale Diocesano di Milano: hanno trattato rispettivamente i temi Tutti corresponsabili nella edificazione della Chiesa. Fondamenti ecclesiologici e teologici degli organismi di partecipazione e di comunione e Condizioni, requisiti e modalità per gli organismi di partecipazione.
Entrambi i relatori hanno fornito utili elementi e nozioni in vista del rinnovo degli organismi di partecipazione, sostenendo l'impegno di tutti – come ha sottolineato il vescovo Oscar – “ad assumere le nostre responsabilità. Non vogliamo essere una Chiesa del recinto, chiusa al suo interno, ma una Chiesa in uscita, capace di evangelizzare”.
Dagli interventi, accanto a spunti e direttive che giungono dai documenti del Magistero, sono emerse l'importanza e la bellezza del “cammino d'insieme” tra pastori e laici al servizio della comunità ecclesiale. “Non si può pensare la Chiesa senza carismi: tutto ciò che nasce dai laici deve confluire nella comunità ecclesiale. E – come dice il Concilio – vi sono alcuni spazi tipici per i laici. Bisogna dunque promuovere gradualmente la loro corresponsabilità, tenendo presente che essi non sono solo collaboratori del clero, ma attori responsabili”.
A tutte le parrocchie è stato consegnato il sussidio Per una Chiesa sinodale, con quattro schede di lavoro sul tema della corresponsabilità e degli organismi di partecipazione.