MANIFATTURIERO ANCORA IN DIFFICOLTÀ

La consueta indagine congiunturale – condotta da Unioncamere Lombardia in collaborazione con l'Associazione Industriali, Confartigianato e CNA, che ha interessato complessivamente 121 imprese cremonesi appartenenti a tutte le principali attività del comparto presenti in provincia – nel periodo aprile-giugno scorso ha rilevato una risalita del dato destagionalizzato della produzione industriale pari a un +0,9%, in linea con quello lombardo (+0,8%).
Il quadro tendenziale – quello cioè che risulta dal confronto con lo stesso periodo dell'anno precedente – mostra un leggero calo, d'un mezzo punto percentuale, della produzione, in controtendenza rispetto alla Lombardia che segna un +2,2%.
Il fatturato scende invece di un altro punto percentuale, dopo il -1,6% del primo trimestre, confermando quindi l'interruzione del trend complessivamente positivo che durava da circa tre anni. Responsabile ancora il mercato interno (-2,1%), mentre quello estero si mantiene positivo (+0,7%), pur se in rallentamento.
L'indice destagionalizzato cremonese – grazie soprattutto alle buone performance manifestate in precedenza – riesce in ogni caso a mantenersi il più alto in regione, dietro a Lecco, e a contenere in 3 punti percentuali il gap rispetto ai livelli pre crisi; mentre la Lombardia deve ancora recuperare 8 punti percentuali ed alcune province ben più di 10.
Gli ordinativi seguono un andamento analogo al fatturato e scendono dell'1,1%, scontando la crisi del mercato nazionale (-1,4%). Quelli complessivi confermano il -4%: trend analoghi si registrano sia sul fronte interno (-3,8%) che su quello estero (-4,5%), mentre in Lombardia sono entrambi positivi.
Ritorna positiva (+1,3%) la domanda estera.
Resta fortunatamente pressoché invariato il numero degli occupati.
Stabili anche i prezzi dei prodotti finiti e sembra anche essersi arrestato – in provincia, come nel resto della Lombardia – l'andamento negativo di quelli per le materie prime, dopo sei trimestri consecutivi segnati dalla deflazione.
Sul fronte dei ricorsi alla Cassa integrazione guadagni, i dati rilevati confermano una lieve ripresa del fenomeno con un +0,9% rispetto al valore medio del 2015 del monte ore complessivo effettivamente utilizzato.
In aumento – dal 9,8 all'11,3% – risulta invece il numero di imprese che hanno fatto ricorso alla Cig.
Dalla rilevazione emerge anche che, a fine giugno scorso, la percentuale sul totale delle aziende ancora in crisi scende dal 44% al 42%, mentre cresce dal 44% al 50% la quota di quelle in crescita tendenziale.
Nel comparto dell'artigianato produttivo, i dati congiunturali mostrano alcuni segnali confortanti. La produzione giunge alla sua ottava variazione positiva consecutiva (+0,5%) e gli ordinativi segnano un ottimo +5%, che però è favorito dal confronto col dato decisamente negativo del trimestre precedente, inserendosi in un trend ancora molto debole.
Il fatturato (-0,4%) torna a scendere leggermente dopo diversi trimestri positivi e il numero di addetti si mantiene sostanzialmente invariato (+0,2%).
Il panorama delle variazioni intervenute rispetto allo stesso periodo dell'anno 2015, mostra il segno positivo solo per la produzione (+1,7%), mentre il fatturato scende dell'-1,1%; gli ordinativi totali perdono quasi 3 punti percentuali e l'occupazione cala dello 0,6%.
È comunque un quadro strutturale in miglioramento quello che emerge dai risultati produttivi ottenuti dalle imprese artigiane negli ultimi dodici mesi: aumenta dal 37 al 39% del totale la quota delle aziende che producono di più rispetto all'anno prima, mentre diminuiscono notevolmente, dal 32 al 22%, quelle ancora al di sotto del livello raggiunto alla fine di giugno 2015.
“I dati congiunturali del secondo trimestre 2016 confermano le difficoltà del sistema manifatturiero cremonese”, commenta il presidente della Camera di Commercio Gian Domenico Auricchio. “Se, da un lato, riprende la produzione, dall'altro continuano a scendere sia il fatturato che gli ordinativi, anche se a un ritmo inferiore rispetto al trimestre scorso.”
“In questa situazione generale contrassegnata ancora da segnali di debolezza e dai timori manifestati dagli imprenditori per gli effetti di Brexit – osserva – sono ancora l'innovazione e l'apertura ai mercati internazionali a rappresentare i fattori di competitività in grado di fare la differenza. Ed è proprio su questi fronti che la Camera di Commercio, assieme a Regione Lombardia, attraverso il rinnovato Accordo per lo Sviluppo Economico e la Competitività, continuerà a concentrare i propri sforzi a supporto delle imprese.”