Non rientra presso la struttura che la accoglieva in quel di Vailate e pensa bene di inscenare un sequestro con tanto di violenza sessuale subita per giustificarsi. È la bella pensata che ha messo in moto attività ed indagini dei Carabinieri avuta da una giovane profuga che si è rimediata una denuncia per procurato allarme.
“La vicenda – spiega il capitano dei Carabinieri della Compagnia di Crema, Giancarlo Carraro – trae origine da una telefonata fatta da una giovane profuga ad altre due avvenuta sabato sera, nella quale asseriva di essere segregata in un'abitazione di Cremona da parte di alcuni sconosciuti. Immediatamente venivano informati i carabinieri di Vailate che svolgevano gli opportuni accertamenti presso la casa di accoglienza, raccogliendo la testimonianza dalle altre due profughe che confermavano il contenuto della telefonata. Le ricerche della vittima, svolte durante tutto l'arco notturno, tuttavia, davano esito negativo”.
Il colpo di scena avviene alle prime ore del mattino di domenica. “La donna rientrava nella struttura – continua il capitano – asserendo di essere riuscita a scappare alle grinfie dei suoi detrattori. Sul posto ritornavano i carabinieri di Vailate, a cui la vittima riferiva anche di aver subito una violenza sessuale”.
I Carabinieri iniziavano a nutrire dubbi. Timori confermati dagli esami clinici condotti presso l'ospedale Maggiore di Crema: esito negativo, nessuna violenza subita. A quel punto, messa alle strette, la giovane crollava e “confessava di essersi inventata tutto e di aver trascorso la notte in compagnia di alcuni conoscenti, inscenando il sequestro e la violenza solo per giustificare il mancato rientro alla casa di accoglienza, con la complicità delle altre due profughe”.
Le tre donne sono state deferite in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Cremona per procurato allarme e simulazione di reato.